SAKA AND EMILE SMITH ROOOOOOOOOOWE!
Ho ancora in testa questa canzone, che ormai mi accompagna (perseguita?) ovunque e mi sono riguardato il gol di Emile Smith Rowe almeno cento volte.
La facilità in conduzione, il controllo del corpo, la precisione in fase di conclusione, la tranquillità in area di rigore che solo i più grandi sanno tirar fuori – c’è tutto per innamorarsi di Emile Smith Rowe. L’ho notato io, l’avete notato voi e l’ha notato Mikel Arteta, ovviamente, che ha più volte elogiato il “de Bruyne di Croydon“. Il manager spagnolo, che deve a Emile Smith Rowe il passaggio al 4-2-3-1 che gli ha salvato la panchina, punta forte sul prodotto del vivaio e ha rilasciato una dichiarazione interessante, subito dopo la partita contro il Brentford.
“Può giocare da ala sinistra, può giocare da mezz’ala sinistra, può giocare da mezz’ala destra e può giocare anche da centravanti – molto, molto bene secondo me”
Mikel Arteta
Chissà se Mikel Arteta sta preparando una sorpresa per la partita di giovedì, e che quindi quelle parole non siano buttate lì a caso, oppure se il suo è un ragionamento più ampio e destinato a tornare d’attualità in futuro.
Di certo l’idea è affascinante, perchè Emile Smith Rowe ha un certo fiuto per il gol, sa muoversi con grande efficacia negli spazi stretti e possiede una grande intelligenza, quindi in teoria potrebbe fare molto bene come falso nueve ma non sono convinto che sia del tutto pronto per giocare stabilmente in quel ruolo. Se da una parte la manovra potrebbe diventare molto più fluida e le posizioni dei giocatori d’attacco ancora più ibride, dall’altra si perderebbe un punto di riferimento là davanti.
Al fascino di quest’idea così guardiolana infatti fa da contraltare il rischio di perdere ulteriore presenza sulla trequarti, perché Emile Smith Rowe potrebbe faticare molto nel gioco spalle alla porta e ciò avrebbe un effetto negativo sulla nostra manovra, soprattutto in quelle partite durante le quali non potremo dominare il pallone. Al netto di un contributo insufficiente in fase realizzativa, infatti, Alexandre Lacazette ha l’esperienza e la malizia necessarie per dare molto lavoro ai centrali difensivi avversari, guadagnarsi falli e recuperare palla in zona avanzata grazie al suo pressing incessante. Non basterà per vincere le partite ma, senza questo tipo di contributo, è difficile per noi creare occasioni da gol degne di questo nome.
Se mi passate il concetto, oggi l’Arsenal si trova ad avere non uno ma addirittura due falsi nueve: Alexandre Lacazette è un “falso” centravanti perchè non conclude abbastanza a rete, mentre Emile Smith Rowe è una “falso” centravanti perché non abbastanza bravo nel gioco spalle alla porta.
Il bello di tutto questo è che il “vero” nove di questa squadra è diventato Gabriel Martinelli, che pur partendo da sinistra è il giocatore che attacca maggiormente la profondità, accentrandosi, e che quindi può essere considerato un “falso” centravanti anche lui.

Sono disposto a perdermi in questo groviglio di “falsi” nove, a patto che Mikel Arteta abbia le idee chiare!