Celo / Manca

Sei giorni dall’ultima partita, quattro alla prossima. Se esiste un purgatorio temporale, dev’essere questo.
La vittoria contro il Wolverhampton si fa lontana, mentre la sfida contro il Watford non è abbastanza vicina.

Bilanci a aumenti dei biglietti a parte, non succede molto attorno all’Arsenal e allora questo potrebbe essere il momento ideale per tirare qualche somma e guardare al futuro, ovvero alla prossima stagione. Che Arsenal sarà, quello che affronterà la stagione 2022/23?
Sarà un Arsenal profondamente diverso, questa è l’unica certezza che abbiamo: tre giocatori sono in scadenza di contratto, due nuovi acquisti e ben otto giocatori in prestito in giro per l’Europa, per i quali sarà indispensabile prendere una decisione definitiva.

Ieri, su Twitter, impazzava il giochino di tengo/presto/vendo e, in un certo senso, mi ha ispirato per questo pezzo. Non si tratta di decidere di confermare, chi mandare in prestito e chi cedere quanto di stabilire quale sia la fisionomia della squadra e quali saranno quindi potenziali innesti, che saranno fondamentali per trasformare una buona squadra in una eccezionale. I risultati e le prestazioni degli ultimi dodici mesi hanno restituito l’immagine di un Arsenal in forte ascesa, anche se non regolare e sempre soggetta a improvvisi rallentamenti, e messo in luce sia le lacune più evidenti che i punti di forza acclarati.

Iniziamo da qui, dalle (poche) certezze.

La spina dorsale della squadra è praticamente formata: Aaron Ramsdale tra i pali, Ben White e Gabriel al centro della difesa, Thomas Partey vertice basso a centrocampo, come visto contro Manchester City, Brentford e Wolverhampton e Martin Ødegaard sulla trequarti

Il ghanese sembra aver trovato la sua posizione e Mikel Arteta sembra convinto che possa essere il suo uomo di riferimento. Il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3 sembra ormai assodato, con Granit Xhaka utilizzato sempre più spesso in posizione avanzata, anche se lo svizzero gioca più o meno alto a seconda della presenza sulla fascia sinistra di Gabriel Martinelli o Emile Smith Rowe.

L’altra certezza è l’impiego prescelto per i due terzini, uno più presente in fase di costruzione e uno invece più avventuroso in fase offensiva: se Takehiro Tomiyasu è intoccabile, Kieran Tierney lo è un po’ meno per via dei suoi limiti tecnici in fase di costruzione, principalmente dettati dal fatto che possa usare solo il sinistro. Lo scozzese è molto più a proprio agio quando può aggredire la fascia e andare a crossare dal fondo ma per farlo è necessario che il giapponese sia regolarmente al proprio posto.

Ultima certezza, il gioco offensivo: Mikel Arteta ha scelto l’esterno di sinistra come giocatore più avanzato, una sorta di centravanti ombra che s’inserisce negli spazi creati dal centravanti vero, che si abbassa. Sull’altro versante, Bukayo Saka è il mattatore, l’elettrone libero capace di creare superiorità numerica con la giocata individuale e sparigliare la linea difensiva avversaria.

Le certezze, purtroppo, finiscono qui. Ad oggi, gli intoccabili per Mikel Arteta sembrano essere otto: Aaron Ramsdale, Takehiro Tomiyasu, Gabriel, Ben White, Kieran Tierney (con asterisco), Thomas Partey, Martin Ødegaard e Bukayo Saka.
Restano tre maglie da assegnare, due delle quali probabilmente saranno vacanti a fine stagione: quella di centravanti e quella di mezz’ala sinistra, attualmente sulle spalle di Alexandre Lacazette e Granit Xhaka. La terza, ad oggi, se la giocano Gabriel Martinelli e Emile Smith Rowe, giocatori molto diversi tra loro i quali, si spera, possano coesistere anziché lottare per un posto nell’XI titolare.

Non c’è solo l’undici titolare, tuttavia, ed è molto importante avere seconde linee all’altezza. Non è escluso quindi che Edu e Mikel Arteta guardino soprattutto alla panchina, per rinforzare l’organico. Il rientro di William Saliba colmerà il vuoto lasciato dalle cessioni di Calum Chambers e Pablo Marí, destinato a lasciare definitivamente dopo il prestito all’Udinese, mentre giocatori come Rob Holding e Cédric Soares potrebbero aver fatto quanto basta per meritare la riconferma (da rincalzi, ovviamente). Diverso il discorso che riguarda Albert Sambi Lokonga, Nuno Tavares e Folarin Balogun, tutti investimenti per il medio e lungo termine e quindi imprescindibili per il Club.

Veniamo allora agli incerti, ben più numerosi.

Eddie Nketiah e Mohamed Elneny sembrano destinati a lasciare a fine stagione: l’inglese, al netto della sua energia e delle qualità di finalizzatore, ha bisogno di costruirsi una carriera ma difficilmente potrà farlo all’Arsenal, dove sarà chiuso dal nuovo centravanti e dal rientro di Folarin Balogun; l’egiziano, anch’egli in scadenza, non sembra adatto a giocare da mezz’ala e ha subìto la concorrenza di Albert Sambi Lokonga per il ruolo di vice-Thomas, con il belga molto più bravo e intraprendente sia col pallone che senza.

Meno scontata ma comunque più che probabile la partenza di Alexandre Lacazette, se non altro per ragioni economiche: il francese, trent’anni, ha uno degli stipendi più alti in rosa e vorrebbe un rinnovo pluriennale che l’Arsenal non sembra disposto a concedergli. Per quanto professionale, generoso ed esperto, Alexandre Lacazette ha dimostrato grossi limiti e non merita un tale contratto, quindi l’unico scenario possibile per una sua permanenza a Londra sarebbe un rinnovo annuale con decurtamento dell’ingaggio, oltre al ruolo di riserva e “chioccia”. In questo momento della carriera, dubito che Alexandre Lacazette sia d’accordo.

Assieme al francese potrebbe fare le valigie anche Granit Xhaka, per ragioni simili, e con lui alcuni dei giocatori più navigati attualmente in prestito, su tutti Rúnar Rúnarsson, Héctor Bellerín e Pablo Marí.

Scontata la cessione di Bernd Leno, spinto in panchina dalle prestazioni stellari di Aaron Ramsdale e in scadenza tra un anno: il tedesco chiuderà la sua parentesi londinese e verrà sostituito dall’americano Matt Turner, prelevato dal New England Revolution. Certa anche la cessione di Mattéo Guendouzi, per il quale l’OM aveva strappato un diritto di riscatto al momento di concludere il prestito stagionale – sempre che il recente blocco del mercato dei transalpini non ci si metta di mezzo – e probabilissima quella di Lucas Torreira, promesso sposo della Fiorentina.

Molto in bilico sia Ainsley Maitland-Niles che Reiss Nelson, che però godono dello status di Home Grown Player e potrebbero tornar comodi per rimanere in linea con le regole della Premier League.

Senza dimenticare l’incognita Nicolas Pépé, ovviamente…

Abbiamo visto chi parte…ma chi arriva?!

Ufficiali gli acquisti di Matt Turner e Auston Trusty, anche se quest’ultimo sarà subito girato in prestito, si aspettano i cosiddetti fuochi d’artificio: gli obiettivi più o meno dichiarati sono un centravanti e una mezz’ala, entrambi titolari, più un altro centrocampista per sostituire Mohamed Elneny e un esterno d’attacco – situazione secondo me indipendente dal fato riservato a Nicolas Pépé.
Qualsiasi altra operazione in entrata dipenderà da eventuali cessioni: Cédric Soares, Ainsley Maitland-Niles, lo stesso Nicolas Pépé e i prestiti di Folarin Balogun e William Saliba (possibile ma improbabile).

I nomi, per quanto riguarda l’attacco, li conosciamo già: sfumato Vlahovic, restano in corsa Jonathan David e Alexander Isak, con Darwin Nuñez più staccato, tutti attaccanti che rispondono al nostro bisogno di una maggiore presenza dentro e nei pressi dell’area di rigore, unita alle qualità di link-up play messe in mostra da Alexandre Lacazette. Più complesso invece identificare eventuali obiettivi per il centrocampo, anche se le ultime uscite delle squadra hanno dato indicazioni un po’ più chiare, in merito: serve qualcuno che sappia condurre con sicurezza, occupare i mezzi spazi con intelligenza e aiutare la prima uscita del pallone con palloni incisivi tra le linee di pressing avversario.
Chi sarà, questo giocatore? Si è parlato di Fabián Ruiz del Napoli, di Houssem Aouar del Lione, Rúben Neves del Wolverhampton ma qui si brancola nel buio più assoluto.

In questo giochino di Celo/Manca, la cosa più importante è avere un progetto – e noi ce l’abbiamo.

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