Su Le Mani!

Vecchi spettri hanno fatto capolino a Selhurst Park, ieri sera.
Una squadra molle, lenta, imprecisa e scollata è stata puntualmente punita dall’avversario.

Il Crystal Palace è partito a mille all’ora e noI ci siamo fatti travolgere dall’onda, senza mai trovare uno straccio di risposta al pressing asfissiante di Gallagher, alla velocità di Zaha e alla forza di Mateta; in ogni zolla del campo, loro erano i primi ad arrivare sul pallone, quelli che vincevano i contrasti e quelli che isolavano i nostri difensori in uno contro uno.

Dopo partite del genere, l’unica cosa da fare è alzare la mano e prendersi le responsabilità del caso.
“Eh ma il rigore su Saka”, “Eh ma nel secondo tempo siamo cresciuti”, “Eh ma quell’occasione di Smith Rowe”…no, non ci sono scuse né recriminazioni possibili. Il Crystal Palace ci ha messi sotto sul piano fisico e dell’agonismo e ha chiuso la pratica in meno di mezz’ora.

Giocatori come Thomas Partey, Martin Ødegaard, Alexandre Lacazette, Cédric e Granit Xhaka avrebbero dovuto preparare meglio i compagni di squadra più giovani e dare l’esempio, anziché farsi cogliere impreparati come debuttanti.
La corsa al quarto posto è tutt’altro che chiusa e, malgrado tutto, siamo ancora padroni del nostro destino ma per arrivare in fondo bisogna saper assorbire la pressione che ne deriva ed essere pronti, mentalmente e fisicamente, a giocare ogni partita con intensità.

Non posso dire se si è trattato di un problema tattico o psicologico ma la differenza di ritmo è stata evidente fin da subito, sintomo di una preparazione non impeccabile: in questi frangenti, partire in maniera così scarica equivale ad una condanna senza appello e il Crystal Palace ce lo ha dimostrato fin troppo bene.

Una sberla del genere può avere due effetti: o ti mette al tappeto, o ti sveglia.

La sberla che abbiamo preso a Selhurst Park è stata forte ma non definitiva, perché restano ancora nove partite da giocare prima di sapere se torneremo in Europa e in quale competizione, quindi c’è tempo per riprendersi.
Se questa sberla però non ci avrà dato una bella svegliata, tuttavia, allora vorrà dire che quelle precedenti (Everton, Manchester United…) le abbiamo dimenticate troppo in fretta, il che sarebbe un peccato.

Mikel Arteta è stato il primo ad alzare la mano e prendersi le colpe della disfatta, mostrando il buon esempio: se i giocatori faranno altrettanto, allora le partite contro Brighton e Southampton potranno trasformarsi in un ottimo viatico in vista della trasferta di Stamford Bridge o della partita interna contro il Manchester United. Assieme alla presa di coscienza arriva la voglia di rivalsa, unica medicina per combattere sconfitte psicologicamente pesanti come quella rimediata contro il Crystal Palace.

Su le mani, Gunners!

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