È successo di nuovo, signore e signori: Mikel da San Sebastián ha smentito tutti.
Le tre sconfitte di fila non lasciavano presagire nulla di buono, eppure abbiamo sbancato Stamford Bridge.
C’è qualcosa di estremamente, divinamente giusto nel vedere giocatori come Rob Holding e Mohamed Elneny che scendono in campo dal primo minuto dopo tre mesi di panchina ininterrotta e giocano come hanno fatto loro a Stamford Bridge, perché significa che lo spogliatoio è sempre unito e compatto dietro da Mikel da San Sebastián, anche quelli che non giocano mai e/o sono in scadenza di contratto.
C’è qualcosa di speciale nel vedere così tanta energia in una squadra apparsa letargica contro Crystal Palace, Brighton e, pur in minor misura, Southampton, proprio quando la stragrande maggioranza degli osservatori e dei tifosi la dava per spacciata, perché solo un gruppo di giocatori ben motivato può ribaltare la situazione in maniera così spettacolare e solo un manager di talento sa motivare così i propri giocatori, a maggior ragione con tre sconfitte consecutive sul groppone.
C’è qualcosa di molto godereccio nel vedere Bukayo Saka guadagnarsi e trasformare il rigore che ha chiuso la partita, il primo che ha calciato dall’errore in finale dell’Europeo; nel vedere Emile Smith Rowe accarezzare il pallone per mandarlo nell’angolo più lontano; nel vedere Aaron Ramsdale fare ciao-ciao ai tifosi del Chelsea con la sua manona, dopo il rigore di Bukayo Saka; nel vedere Granit Xhaka mostrare l’esempio ai compagni e mantenere quella freddezza che solo i migliori riescono a raggiungere o nel vedere Eddie Nketiah credere che ogni pallone può diventare un’occasione e segnare una doppietta da vero rapinatore dell’area, perché significa che questi giocatori hanno ancora quella fiducia e quell’autostima (arroganza? Incoscienza?) che li ha portati ad essere in lotta per la Champions, quando nessuno li considerava capaci di un tale exploit.
Tutti tranne Mikel da San Sebastián, ovviamente.
È successo dopo le tre sconfitte iniziali, è successo dopo le trasferte di Old Trafford e Goodison Park ed è successo di nuovo ieri sera, a Stamford Bridge: Mikel Arteta non hai mai smesso di credere ciecamente in questi giocatori e ha avuto ragione.
Sono giovani e inesperti come il loro manager ma, proprio come il loro manager, hanno il talento e la personalità per regalarci prestazioni come quella di ieri sera. Se guardiamo l’andamento del campionato, le belle prestazioni sono molto più numerose delle battute a vuoto, eppure ogni risultato negativo genera una crisi esistenziale del tutto ingiustificata.
La prossima volta che vi viene un dubbio, ricordate che ha ragione Mikel da San Sebastián.