Panico a Bordo

Non è un bel momento per Mikel Arteta.
Il manager spagnolo è finito nella bufera dopo le partite contro Spurs e Newcastle.

A fare arrabbiare una bella fetta della tifoseria è stato l’atteggiamento della squadra, ancor più delle sconfitte, e in tanti stanno additando Mikel Arteta come principale responsabile per le débâcles che ci sono costate il quarto posto.
La squadra è apparsa impaurita e ha giocato di conseguenza, sbarazzandosi del pallone al più presto senza alcun tipo di costrutto. La squadra coraggiosa, capace di costruire la manovra dal basso ed evadere la pressione avversaria, ha lasciato posto ad una compagine pavida e incapace di prendere in mano il pallino del gioco.

Sia a livello collettivo che a livello individuale, siamo apparsi completamente sopraffatti dalla situazione e naturalmente abbiamo commesso errori marchiani: se contro il Tottenham è stato Rob Holding a perdere completamente la testa facendosi cacciare prima della mezz’ora di gioco, con la squadra già sotto di un gol, contro il Newcastle si è trattato di un problema più ampio e per certi versi più preoccupante.

In entrambi i casi, l’aiuto sarebbe dovuto arrivare dalla panchina ma non è arrivato e capisco che Mikel Arteta sia finito sul banco degli imputati ma credo sia importante fare un distinguo tra le due partite: forse contro il Tottenham avrebbe potuto togliere Rob Holding già dopo la prima ammonizione, perché visibilmente nervoso fin dai primi istanti, ma capisco che si sia fidato di un giocatore di 27 anni con più di 60 partite di Premier League sul groppone, mentre con il Newcastle avrebbe dovuto fare molto di più, sia nella preparazione che nelle gestione della partita.

Non sono particolarmente turbato dal fatto che una squadra così giovane non abbia saputo gestire la pressione ma sono seriamente preoccupato dalla maniera in cui Mikel Arteta ha gestito la partita perché ha confermato una brutta tendenza a perdere lucidità quando le cose non vanno come sperato.

Dopo aver giustamente sostituito Emile Smith Rowe con Gabriel Martinelli, Mikel Arteta ha smarrito la rotta non appena l’autogol di White ha permesso al Newcastle di passare in vantaggio e ha sostituito Nuno Tavares con Alexandre Lacazette, uccidendo virtualmente la squadra.

Con un minimo di lucidità in più, infatti avrebbe potuto notare che l’accoppiata Nuno Tavares-Gabriel Martinelli aveva iniziato a creare problemi al Newcastle e che il portghese stava piano piano iniziando a trovare i tempi giusti per gli inserimenti, pur senza far nulla di trascendentale, e invece ha scelto “di pancia” e buttato dentro tutto il nostro arsenale offensivo senza una vera strategia. In questo modo ha allontanato Gabriel Martinelli dall’attacco costringendolo a fare il tornante e spezzato le poche connessioni già presenti in campo con un rimescolamento globale dei giocatori a disposizione.

Il Newcastle è passato in vantaggio al 56′ e noi già al 73′ avevamo in campo contemporaneamente Eddie Nketiah, Alexandre Lacazette, Gabriel Martinelli, Martin Ødegaard, Bukayo Saka e Nicolas Pépé, il tutto senza il minimo sussulto per la nostra manovra offensiva. Nulla trasmette la sensazione di panico quanto una serie di cambi senza logica e la scelta di mandare in campo tutti i propri giocatori offensivi, naturale quindi che la squadra abbia cominciato (o continuato, se volete) a buttare palloni in avanti alla cieca e provare improbabili conclusioni dalla distanza.
Quando la squadra in campo è smarrita, come lo eravamo noi contro il Newcastle, tocca al manager calmare gli spiriti e mantenere la lucidità necessaria a cambiare l’andamento della partita ma Mikel Arteta non ha saputo farlo.

Prendersela unicamente con Mikel Arteta però sarebbe ingiusto, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Granith Xhaka subito dopo il fischio finale della partita contro il Newcastle:

Non abbiamo seguito quello che era il piano di gioco, non abbiamo ascoltato l’allenatore. È stata una prestazione disastrosa. […] Non so perché non stiamo facendo quello che il mister ci chiede […] Lo spogliatoio era molto tranquillo. Il piano di gioco era completamente diverso da quello che abbiamo fatto in 90 minuti.”.

Granit Xhaka a Sky Sports

Per quanto mi riguarda, Mikel Arteta si è guadagnato la fiducia grazie ad un’annata che ci ha portati ad un soffio dal quarto posto e, nonostante il finale, merita di continuare a guidare questo progetto. L’obiettivo, per la prossima stagione, è compiere quel passo che ci porterà dall’Europa League alla Champions League e dimostrare così di saper gestire momenti di panico come quelli che abbiamo vissuto quest’anno.

Il panico non si combatte con il panico e smantellare tutto proprio ora sarebbe una scelta dettata dal panico.

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