Questo pezzo mi è stato ispirato da un tweet di un altro tifoso dell’Arsenal.
Abbiamo davvero buttato via l’ultima occasione propizia per tornare in Champions League?
Matteo non ha torto, se consideriamo la stagione fallimentare del Manchester United, le prestazioni incolore di un Leicester che in molti davano in forte ascesa dopo il mercato estivo, le vicissitudini che hanno colpito ill Chelsea e l’inizio di stagione zoppicante del Tottenham, che ha portato all’avvicendamento tra Nuno Espírito Santo e Antonio Conte. Se a questo aggiungiamo il cambio di proprietà del Newcastle e i fondi a disposizione di Howe, ecco che il quadretto non è dei più rassicuranti.
In quest’ottica, essersi lasciati scappare il quarto posto a pochi passi dal traguardo può essere interpretato come un errore imperdonabile, al pari forse del campionato buttato via nel 2015/16
Ci sono tanti però e moltissime incognite di cui è necessario tenere conto, perché la prossima stagione di Premier League rischia di non essere una stagione normale. Sono tanti i Club di punta che devono fare i conti con grossi problemi strutturali o incertezze legate ai propri elementi di punta, in campo come in panchina.
Per come la vedo io, i primi due posti in classifica sono già assegnati e resta da decidere solo l’ordine di arrivo per Manchester City e Liverpool. I Citizens hanno aggiunto Haaland ad un organico già stellare, mentre i Reds sono in corsa per tutto e si rinforzeranno ulteriormente, dopo aver portato a casa un gioiello come Luis Díaz, a gennaio.
Dal terzo gradino del podio in giù, tuttavia, i giochi sono apertissimi.
CHELSEA
Il passaggio di proprietà da Roman Abramovich a Todd Bohely è stato congelato dal governo britannico, che si è detto insoddisfatto dalle garanzie offerte dall’oligarca russo circa la tracciabilità del ricavato della vendita. Come sappiamo, Roman Abramovich non può incassare nemmeno una sterlina dalla cessione del Club e ha promesso di devolvere il ricavato in beneficenza, tuttavia non ha fornito sufficienti rassicurazioni sul passaggio di mano di quel denaro, poco più di quattro miliardi di sterline. Il termine ultimo per la cessione del Club è il 31 maggio 2022, data oltre la quale il blocco delle operazioni sportive e finanziare legate ad esse (leggi calciomercato e rinnovo dei contratti) sarebbe confermato, con lo spettro della liquidazione che già aleggia attorno a Stamford Bridge.
Ad oggi il Chelsea ha perso Antonio Rüdiger (Real Madrid) e Andreas Christensen (Barcellona) e si appresta a fare altrettanto con César Azpilicueta (Barcellona), il tutto senza poter rinforzare la rosa né rinnovare i contratti in scadenza nel giugno del prossimo anno, tra i quali spiccano quelli di Jorginho e N’golo Kanté. Thomas Tuchel, ammesso che ne abbia i mezzi, dovrà ricostruire la rosa e non è dato sapere chi lo aiuterà in questa difficile missione, visto che Marina Granovskaia dovrebbe lasciare il Club.
TOTTENHAM
La grande incognita, in casa Spurs, è Antonio Conte: il manager potrebbe essere l’erede di Pochettino al PSG e ha già fatto intendere a più riprese di voler discutere del proprio futuro con Levy e il direttivo. L’italiano non è nuovo a certi addii burrascosi e può essere convito a restare solo a fronte di un mercato faraonico, condizione che il Tottenham potrebbe non essere disposto ad accettare. Gli acquisti di Romero, Kulusevski e Betancourt hanno dato solidità alla squadra ma per lottare per traguardi più alti ci vorranno esborsi molto elevati, senza i quali Antonio Conte potrebbe anche lasciare.
Lo stesso Kane, pochi giorni fa, ha alimentato le voci di un possibile addio del manager:
“Non ho idea sul suo futuro a dire il vero, è una sua decisione. Ha lavorato sodo mentre era qui, è eccezionale, un uomo davvero appassionato, quindi qualunque sia la sua decisione, devi rispettarla. Ma è certo che lo apprezzo e so che ai ragazzi piace lavorare con lui”.
Harry Kane a Sky Sports
Questo Tottenham con Antonio Conte è una candidata di prim’ordine ad un posto in Champions League ma un’eventuale partenza dell’italiano riporterebbe gli Spurs in una zona di grande incertezza.
MANCHESTER UNITED
Erik ten Hag, fresco di nomina a manager, avrà un compito molto difficile: dare un senso ad una squadra completamente illogica.
L’olandese, che perderà sicuramente Matic, Lingard e Pogba, dovrà fare ciò che Mikel Arteta ha fatto negli ultimi due anni, ovvero dare un’identità alla squadra e instillare una nuova cultura all’interno dello spogliatoio.
Scorrendo la rosa del Manchester United sono due le cose che saltano subito all’occhio: la qualità dell’organico e l’ego smisurato di alcuni elementi, partendo ovviamente da Cristiano Ronado. Il portoghese, pur vivendo una stagione molto buona a livello individuale, ha spezzato tutti gli equilibri tattici e di spogliatoio che Solskjaer era riuscito in qualche modo a costruire: la squadra che girava intorno a Bruno Fernandes è diventata la squadra di Cristiano Ronaldo e ha finito col passare dal secondo posto della stagione 2020/21 al sesto attuale, con un deficit di 16 punti rispetto all’annata precedente. A questo si sono aggiunti i problemi giudiziari di Greenwood, quelli contrattuali e disciplinari di Pogba, l’accantonamento di Rashford e la mancata integrazione di due acquisti costosissimi come Sancho e Varane.
Difficile pensare che l’ex tecnico dell’Ajax possa stravolgere la situazione in maniera rapida ed efficace, soprattutto con Cristiano Ronaldo nello spogliatoio, e la pressione cui verrà sottoposto da parte di una tifoseria sempre più spazientita rischiano di giocare a suo sfavore. Ten Hag è l’uomo giusto per ricostruire ma gli devono essere concessi tempo e fiducia, due elementi che storicamente mancano dalle parti di Old Trafford.
Il Manchester United tornerà, resta da vedere quando.
LE ALTRE
In casa Leicester c’è aria di fine ciclo: la squadra, partita per finire tra le prime quattro dopo due quinti posti consecutivi e una FA Cup, ha rinforzato la squadra con Daka, Soumaré, Bertrand e Vestergaard ma ha dimostrato di essere ancora fortemente dipendente da Vardy, ormai 35enne, e Maddison, autore di un inizio di stagione deludente e di nuovo trascinatore nel finale di stagione. Con Schmeichel, Tielemans, Evans, Söyüncü e lo stesso Vardy in scadenza nel 2023 e la squadra fuori dall’Europa, non è impossibile che le Foxes decidano d’iniziare un nuovo corso. Meno critica la situazione del West Ham, semifinalista di Europa League e qualificato per la prossima Conference League. Moyes ha trovato un gioiello in Bowen e sta trovando il miglior Benhrama, tuttavia perderà due veterani come Noble e Fabianski e soprattutto rischia di perdere Rice, faro e leader di questa squadra, che è richiesto da tutti i grandi Club europei. Improbabile che gli Hammers smantellino ma devono decidere che fare con i rinnovi di Antonio, Coufal, Diop, Lanzini e Cresswell, tutti liberi di trovarsi un nuovo Club l’estate prossima.
Il Club che tutti attendono al varco è senza dubbio il Newcastle. Il cambio di proprietà ha portato una rivoluzione al St. James’s Park e una salvezza più che comoda, dopo un inizio disastroso. Howe ha costruito un sistema molto efficace e ha potuto contare su innesti importanti come Trippier e Bruno Guimarães durante il mercato invernale, quindi è naturale aspettarsi che gli investimenti pesanti continuino anche la prossima estate. La dirigenza ha promesso mari e monti ma il Club, come il Chelsea e il Manchester City prima, dovrà essere consapevole che ogni acquisto costerà molto più del previsto, data l’arcinota situazione economica in cui si ritrovano i Magpies. Vedremo se e come il Newcastle gestirà il salto dalla lotta per non retocedere a quella per l’Europa, con la pressione che deriva dal mercato faraonico che molto probabilmente effettueranno nei prossimi mesi.
Molto più lontane le altre, guidate da Wolverhampton e Brighton, alle quali servirà un miracolo per intrufolarsi nella lotta per una qualificazione europea.
Forse abbiamo davvero perso l’ultimo treno per la Champions League ma molto dipenderà da come Edu e Mikel Arteta gestiranno il prossimo mercato. Questa squadra se l’è giocata fino all’ultimo ma ha pagato la rosa corta e in certe zone inadeguata, quindi non è impossibile che con i giusti rinforzi possa colmare il distacco attuale e, perché no, scavare un solco rispetto alle rivali. Cosa può essere questa squadra con un attaccante di caratura superiore? Dove può arrivare con ricambi all’altezza della situazione?
La mia impressione è che l’ultimo treno partirà con l’inizio della prossima stagione e, se perdiamo quello, il progetto Arteta rischia di deragliare completamente.