Eddie + Gabriel

David Ornstein ha parlato. L’Oracolo si è espresso.
Secondo il sempre ben informato giornalista di The Athletic, la strategia è pronta.

Il piano di Edu e Mikel Arteta sembra delinearsi in maniera sempre più chiara: a breve dovrebbe arrivare l’ufficialità del rinnovo di Eddie Nketiah, una delle liete sorprese del finale di stagione, in concomitanza con la decisione dell’attaccante di affiliarsi alla federazione del Ghana, Paese d’origine dei suoi genitori; in parallelo, il direttore tecnico e il manager avrebbero individuato in Gabriel Jesus l’obiettivo principale per completare il reparto offensivo – che rimarrà orfano di Alexandre Lacazette.

Il nostro reparto offensivo dovrebbe quindi essere composto da Gabriel Jesus e Eddie Nketiah.

Non so bene cosa pensare di queste scelte perché da una parte nessuno dei due promette di essere quell’attaccante capace di segnare con continuità che ci serve, dall’altra però entrambi hanno un potenziale altissimo e, con un po’ di fortuna e preparazione, potrebbero diventarlo.
Se dovesse andare come dice David Ornstein, Mikel Arteta prenderebbe un grosso rischio scommettendo su un giocatore – Gabriel Jesus – che è andato in doppia cifra solamente in due delle sei stagioni passate a Manchester. Inoltre, il brasiliano non offre quella presenza fisica caratteristica di altri giocatori accostati con insistenza all’Arsenal – Vlahovic e Calvert-Lewin su tutti – e non permetterebbe quindi al manager spagnolo grosse variazioni tattiche rispetto al canovaccio abituale.

Ci sono però alcune considerazioni da fare in merito a Gabriel Jesus e alle scelte del Club.

Come Martin Ødegaard, Gabriel Jesus appartiene alla schiera di giocatori che hanno fallito il passaggio ad un Club di primissima fascia e che non hanno saputo ritagliarsi un posto tra i titolari, finendo così a fare la spola tra campo e panchina; come Martin Ødegaard, Gabriel Jesus non è mai stato un attore principale e non gli è mai stata data la possibilità d’imporsi, quindi è difficile fare valutazioni definitive. Ancora una volta, quindi, Edu e Mikel Arteta punterebbero su un giocatore con qualità evidenti e una grande voglia di rivalsa.

La strategia “dell’usato sicuro” ha i propri rischi ma, per un Club come il nostro, può essere la strada giusta per ridurre le distanze con chi ci precede – soprattutto alla luce della mancata qualificazione alla Champions League.
In un contesto come il nostro, Gabriel Jesus potrebbe ritrovarsi nelle condizioni ideali per sfruttare l’enorme potenziale a disposizione e tramutarlo in prestazioni, gol e assist. A 25 anni, il brasiliano sta entrando nella fase centrale della propria carriera e potrebbe essere attratto dall’idea di essere il fulcro dell’attacco dell’Arsenal, anziché fare da vice-Haaland o continuare a giocare sull’esterno al Manchester City.

Va detto che Gabriel Jesus, non troppo tempo fa, aveva dichiarato di preferire la fascia al centro dell’attacco e che anche nella nazionale brasiliana spesso viene schierato in quella posizione, quindi un suo potenziale adattamento sarà tutto da verificare. Ciò detto, il sistema offensivo di Mikel Arteta prevede una certa flessibilità nei movimenti del tridente e il brasiliano potrebbe scambiare facilmente posizione con il connazionale Gabriel Martinelli o con Emile Smith Rowe, garantendo però un tasso tecnico e una mobilità ben superiori a quelle di Alexandre Lacazette e di Eddie Nketiah.

L’unica grande perplessità, per quanto riguarda, è la stazza dei nostri attaccanti.

So perfettamente che è molto démodé come concetto ma avrei scelto un giocatore forte fisicamente per due motivi: per convertire i tanti cross che oggi, dato il profilo di Eddie Nketiah e Alexandre Lacazette, finiscono sprecati e per dominare fisicamente i centrali avversari in modo da garantire una risalita del pallone meno ricamata, quando le condizioni l’impongono. Forse non sarà nemmeno necessario perché non dovremo più buttare palloni in area alla disperata; forse avremo un centrocampo più atletico e raffinato e non avremo bisogno di qualcuno là davanti che ci faccia salire e quindi questi diventeranno non-problemi, chissà.

La strategia all’interno del Club è chiara e questo è l’aspetto più importante, lasceremo parlare il campo.

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