Torre in N5

I numeri non dicono tutto ma a volte pesano.
In questo caso, si potrebbe dire che i numeri corroborano una sensazione molto forte.

Dando un’occhiata al database di StatsBomb, via FBREF, ho cercato conferme sulla difficoltà dell’Arsenal in materia di palloni e alti e, ahimé, le ho trovate.
Nella stagione appena conclusa, infatti, solo Everton ha avuto meno successo dei nostri in quanto a duelli aerei vinti (45,1% contro 45,5% per noi) e, dato forse ancora più rilevante, ognuna delle nostre dirette concorrenti per un posto tra le prime sei ha fatto registrare un tasso positivo ben superiore al nostro, dal 53,1% del Liverpool al 56,1% del Manchester United.

Al di là dei diversi stili di gioco e dal numero di palloni alti contestati da ognuna delle squadre in questione, il dato sottolinea una carenza evidente da parte nostra, soprattutto in fase offensiva, dove nessuno dei nostri attaccanti sfiora anche lontanamente i numeri prodotti dai colleghi di Liverpool, Manchester City, Manchester United, Tottenham e West Ham:

Di tutti gli attaccanti a disposizione di Mikel Arteta, il migliore in quanto a duelli aerei vinti resta – a sorpresa – Pierre-Emerick Aubameyang, l’unico dei nostri ad essere in linea con il rendimento della concorrenza: gli altri, a partire da Alexandre Lacazette (24,4%), sono distanti dai primi della classe.

L’ho già scritto in precedenza ed è stato un leit-motiv durante tutta la stagione: questa squadra ha bisogno di un vero punto di riferimento davanti o quantomeno di un elemento in grado di offrire soluzioni diverse a Mikel Arteta e ai compagni.
Al nostro parco attaccanti attuale, che si appresta a diventare orfano di Alexandre Lacazette, manca un tipo di attaccante capace di fungere da valvola di sfogo quando la pressione avversaria è troppo alta e da sponda ideale in area di rigore, in modo da premiare gli inserimenti senza palla di Bukayo Saka, Gabriel Martinelli, Martin Ødegaard e Emile Smith Rowe.

Ciò non significa che dobbiamo improvvisamente trasformarci nel Burnley di Dyche o nello Stoke di Pulis ma ci permetterebbe di essere efficaci anche in quelle partite, o quei frangenti di partita, durante i quali la nostra manovra non è efficace o quando gli spazi sono troppo stretti. Per quanto bistrattato e con tutti i suoi limiti, Olivier Giroud è sempre stato molto bravo in questo tipo di gioco e trovo che oggi alla squadra manchi un Olivier Giroud – magari più mobile – che possa anche solo entrare a partita in corso e avere un vero impatto sulla partita.

Vorrei, per al prossima stagione, che Mikel Arteta possa fare altro che cambiare un giocatore con un altro assolutamente identico, o quasi. Vorrei che abbia la possibilità di scegliere tra opzioni diverse tra loro, combinarle magari, e rimescolare le carte – a maggior ragione ora che avrà cinque cambi a disposizione.

Vorrei essere di nuovo ottimista, quando vedo che lo spagnolo prepara un cambio offensivo.

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