Ce lo siamo chiesto in tanti, nel finale della scorsa stagione: è questo il nuovo Arsenal?
C’erano dubbi circa la capacità della squadra di mantenere il ritmo da grande squadra ingranato con la sorprendente vittoria interna contro il Chelsea, il 26 dicembre 2020.
14 vittorie e 5 pareggi in 24 partite, per una media di 1,95 punti a partita, rappresentavano infatti numeri da autentica pretendente ad un posto tra le prime cinque del campionato e non si addicevano ad un Arsenal che, classifica alla mano, si barcamenava tra il quindicesimo e il nono posto.
Oggi, una stagione e mezza più tardi, abbiamo finalmente la risposta.
La squadra di Mikel Arteta chiude con una media di 1.8 punti a partita, appena inferiore a quella fatta registrare nel momento migliore della stagione precedente ma spalmata su un lasso di tempo ben superiore. Se compariamo le due stagioni nella loro interezza, infatti, abbiamo chiuso la stagione 2020/21 con una media di 1.6 punti a partita, sensibilmente inferiore rispetto a quella della stagione appena conclusa.
Nonostante gli alti e bassi, quindi, i miglioramenti nel rendimento della squadra sembrano essere sistemici e non episodici, il che dovrebbe farci ben sperare per la prossima stagione. Resta però una preoccupazione, ovvero la tendenza della squadra a cambiare approccio in maniera drastica durante la stagione, quasi snaturandosi.
Nel 2020/21 era stato l’innesto di Emile Smith Rowe a stravolgere l’assetto e le fortune della squadra, quest’anno invece Mikel Arteta ha dapprima rimescolato le carte schierando Thomas Partey come unico schermo davanti alla difesa e poi cambiato le dinamiche dell’attacco sostituendo Alexandre Lacazette con Eddie Nketiah.
Per due inverni di fila, Mikel Arteta ha trovato la formula vincente dopo qualche prestazione deludente, ribaltando completamente le sorti della stagione, e ogni volta ci è rimasto il rimpianto per quel che sarebbe potuto essere e non è stato.
Siccome non ci sono trofei o premi per “la migliore metà di campionato”, mi piacerebbe vedere una squadra che abbia le idee chiare fin dall’inizio e che mantenga gli stessi princìpi lungo tutta la stagione – infortuni o meno.
Se durante la scorsa stagione Mikel Arteta si è trovato ad improvvisare quando ha dovuto fare a meno di elementi chiave come Takehiro Tomiyasu, Thomas Partey e Kieran Tierney, quest’estate sarà imperativo costruire una rosa che gli permetta di ruotare l’effettivo senza dover stravolgere gli equilibri della squadra.
La chiave per una stagione di successo è la sostenibilità.