Ninja Style

O lo sanno tutti da mesi, o non lo sa nessuno.
Il mercato dell’Arsenal sembra non amare le vie di mezzo.

Secondo alcune voci provenienti dal Portogallo, poi confermate da David Ornstein, siamo sul punto di completare il quarto acquisto estivo della stagione che sta per iniziare, ovvero il centrocampista offensivo Fábio Vieira del Porto.

Parlerò ampiamente del giovane talento portoghese nel solito Identikit, una volta ufficializzato l’acquisto. Ora preferisco continuare a parlare di Edu, un dirigente che fatico molto ad inquadrare e che resta perennemente in bilico tra il genio e l’impostore, nel mio immaginario.

Non penso potrò mai perdonargli gli acquisti di Willian e Cédric ma devo ammettere che ha portato all’Arsenal tanti ottimi giocatori, soprattutto giovani, e che la situazione è migliorata drasticamente per quanto riguarda i rinnovi. Certo, deve ancora dimostrare di poter vendere bene, oltre a comprare bene, quindi è impossibile dare un giudizio definitivo.

Il dirigente brasiliano sembra avere due modus operandi diametralmente opposti e ciò lo rende particolarmente interessante: o lavora nell’oscurità completa oppure ostenta gli obiettivi di mercato.

Non credo ci sia nulla di più pericoloso in fase di mercato che giocare a carte scoperte, come ha fatto nelle trattative che hanno portato all’Arsenal Ben White e Aaron Ramsdale e come farà, secondo i bene informati, con Youri Tielemans e Gabriel Jesús. Faccio fatica ad pensare che né la concorrenza, né il club d’appartenenza dell’obiettivo dichiarato dell’Arsenal approfittino della dimensione pubblica di una trattativa per mettere Edu con le spalle al muro e che ciò non abbia influito pesantemente sulle cifre che abbiamo sborsato per i due nazionali inglesi.

Sembra fin troppo banale come concetto, eppure Edu non sembra farsi grossi scrupoli. Non so se è ingenuità o una strategia per rinforzare il concetto espresso a suo tempo da Raúl Sanllehí, secondo il quale “quando l’Arsenal bussa alla tua porta, è un bussare che suona diverso”, e dimostrare che il fascino dell’Arsenal trascende gli ottavi posti in classifica, ma tant’è.

Preferisco di gran lunga la versione ninja di Edu, quella che non fa trapelare il nimino indizio su una trattativa in corso fino a quando l’affare non è virtualmente concluso. È successo con Albert Sambi Lokonga, con Nuno Tavares, con Thomas Partey e sta succedendo di nuovo con Fábio Vieira, nome mai accostato all’Arsenal fino a quando la trattativa è entrata nella fase finale.

Non siamo ancora ai livelli di Arsène Wenger e David Dein che si presentano in sala stampa con Sol Campbell ma stiamo tornando ai livelli di segretezza (riservatezza, se preferite) che hanno permesso all’Arsenal di concludere tanti affari molto vantaggiosi. La mente torna ovviamente all’acquisto di Mesut Özil, le cui prime voci hanno iniziato a circolare a poche ore dalla chiusura del mercato, ma il caso più eclatante per me resta l’acquisto di Tomáš Rosický, annunciato da Karel Bruckner, allora commissario tecnico della Repubblica Ceca, durante una conferenza stampa di routine in preparazione del mondiale 2006:

“Tomáš [Rosický] è assente in permesso perché è a Londra a finalizzare il suo trasferimento all’Arsenal. Non lo sapevate?”

Karel Bruckner, 22 maggio 2006

A questo Edu potrei anche affenzionarmi.

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