Lisandro Martínez e Raphinha: due obiettivi sfumati.
Nulla di meno scontato, soprattutto quando ci va di mezzo il nome dell’Arsenal.
Se c’è una cosa che ho imparato da quando Edu e Mikel Arteta gestiscono il mercato è che il club opera sostanzialmente in due modi: o cede alle richieste del club di appartenenza dell’obiettivo di mercato, anche se apparentemente esose, oppure tiene tutto l’affare sottotraccia fino ad un minuto prima delle firme di rito e solo allora la stampa specializzata può scatenarsi.
Ancora più importante, tuttavia, il fatto che raramente l’Arsenal si lancia in una trattativa senza prima avere un accordo totale ed esclusivo con il giocatore in questione, in modo da ritrovarsi virtualmente senza concorrenza.
Scorrendo le trattative condotte dal direttore tecnico e dal manager, infatti, si può notare che alcuni degli affari più mediatizzati sono andati comunque in porto per due motivi: perché il giocatore non voleva altra destinazione che l’Arsenal e perché il Club ha deciso di pagare la cifra richiesta – anche se apparentemente fuori mercato. È successo con Ben White dal Brighton e Aaron Ramsdale dallo Sheffield United e sta per succedere anche per Gabriel Jesus dal Manchester City.
Gli altri acquisti, invece, sono passati tutti in sordina: Nuno Tavares, Albert Sambi Lokonga e Fábio Vieira sono gli esempi più lampanti di Edu in modalità stealth, come ho avuto occasione di scrivere qualche giorno fa.
Ecco perché le trattative che riguardano Raphinha e Lisandro Martínez mi lasciano perplesso.
Il valore dei giocatori in questione non si discute e tantomeno la loro possibile integrazione nelle rotazioni di Mikel Arteta, a darmi da pensare è solo ed esclusivamente il modus operandi del club, così diamtetralmente opposto rispetto al passato recente. Per entrambi i giocatori, infatti, l’Arsenal si è fatto trascinare in un’asta da fantacalcio che – detta in maniera schietta – non può vincere perché dall’altra parte ci sono club più ricchi (Chelsea, Manchester United) o perché il giocatore ha già un netta preferenza per un altro club – come ad esempio Raphinha del Leeds, la cui destinazione preferita è il Barcellona, club con il quale c’è un accordo totale per quanto riguarda ingaggio e durata del contratto.
Restando su Raphinha, trovo peculiare il fatto che l’Arsenal abbia presentato offerte ben inferiori al valore di mercato del giocatore perché ciò suggerisce che il club si sente forte, mentre la realtà racconta che il giocatore – non potendo andare al Barcellona – è aperto ad altre proposte, come ad esempio quella del Chelsea, ormai favorito nella corsa all’ex prodigio del Rennes.
Immagino che qualora Raphinha fosse stato il nome sul quale puntare forte, l’Arsenal avrebbe pagato la cifra rischiesta dal Leeds come fatto per altri giocatori in passato e come fatto recentemente dal Tottenham per arrivare a Richarlison dell’Everton: anche se la cifra pare alta per un giocatore destinato ad entrare e uscire dall’XI titolare, il club ha deciso di seguire il piano del proprio allenatore fino in fondo. Ho pochi dubbi riguardo al fatto che l’Arsenal avrebbe sborsato i 55 milioni messi sul tavolo dal Chelsea, se avesse centrato il quarto posto, così come il Tottenham non si sarebbe svenato per Richarlison senza gli introiti derivanti dalla Champions League.
Ecco perché non sono convinto che Raphinha fosse un vero obiettivo di mercato, forse la trattativa è nata da un’opportunità più che un piano preciso.
Lo stesso si può dire di Lisandro Martínez, giocatore dell’Ajax conteso da Arsenal e Manchester United: il giocatore ha espresso il desiderio di misurarsi con la Premier League e il club si è fatto avanti, senza tuttavia dimostrare grande determinazione. La prima offerta è stata rifiutata immediatamente e ha permesso alla concorrenza di tornare in corsa e nello specifico al Manchester United, oggi guidato dall’ex allenatore di Lisandro Martínez all’Ajax.
Un dettaglio non da poco, che mi fa pensare ad una strategia messa in atto dai Lancieri affinché l’ex allenatore e ora manager del Manchester United, ten Hag, si senta sotto pressione e chiuda velocemente l’affare, anche a costo di pagare qualche milione in più.
Forse sono iper-protettivo nei confronti di Edu e Mikel Arteta o magari troppo ingenuo nel pensare che esista un piano elaboratissimo per la seconda fase di mercato, quella che potrerà i puntelli decisivi per avere una rosa all’altezza degli impegni della prossima stagione, ma ho la sensazione che l’Arsenal abbia qualche sorpresa in serbo, altrimenti non mi spiego il comportamento del club nelle ultime settimane.
Forse Lisandro Martínez e Raphinha hanno espresso una netta preferenza per l’Arsenal, privatamente; forse non sono loro gli obiettivi di mercato e tutto questo baccano serve a distrarre i segugi sempre alla caccia della scoop o magari – come succede fin troppo spesso – il nome dell’Arsenal viene usato come esca per convincere altri a venire allo scoperto.
Il problema è che ad abboccare all’esca non sono solo gli altri.
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