Dobbiamo preoccuparci per le prestazioni di Aaron Ramsdale?
L’estremo difensore inglese, che ha ereditato la maglia numero 1, continua a dividere i tifosi.
Partiti Bernd Leno, Arthur Okonnkwo e Rúnar Rúnarrson, il solo concorrente dell’inglese è il neoacquisto Matt Turner, che durante l’estate non ha esattamente impressionato: niente di drammatico ma la mia sensazione è che l’americano non sia ancora in grado di giocarsi davvero la maglia da titolare con l’esuberante portiere britannico.
In questo contesto, alcune indecisioni che hanno caratterizzato l’inizio di campionato di Aaron Ramsdale hanno destato qualche preoccupazione per le settimane a venire, quando gli avversari saranno di caratura superiore a Crystal Palace e Leicester e quando le attese cresceranno inevitabilmente. L’ex portiere di Bournemouth e Sheffield United ha mostrato qualche indecisione di troppo con il pallone tra i piedi e ha rischiato di pesare negativamente sul risultato, sia a Selhurst Park che in casa contro le Foxes.
Allo stesso tempo, però, si è dimostrato decisivo nei momenti chiave di entrambe le partite: contro il Crystal Palace ha preservato il vantaggio chiudendo la porta a Édouard e Eze, entrambi alla conclusione da distanza ravvicinatissima, mentre sabato scorso ha sventato il possibile gol del vantaggio del Leicester chiudendo la porta a Fofana, scappato a Gabriel e William Saliba.
Assieme a Ben White e Takehiro Tomiyasu, Aaron Ramsdale è stato il giocatore che più a trasformato l’Arsenal, dando il via alla rivoluzione tattica, tenica e mentale della squadra: senza la sua padronanza del pallone e la sua personalità debordante (vedi le esitazioni di cui sopra, nate dal suo atteggiamento più che sereno), Mikel Arteta non avrebbe mai potuto impostare la squadra che vediamo oggi. Se all’inizio ad impressionare sono stati i suoi riflessi e i passaggi corti all’interno e nei pressi dell’area di rigore, oggi a colpire maggiormente sono i suoi lanci lunghi e precisi ad innescare gli attaccanti, che si tratti di Gabriel Martinelli o di Gabriel Jesus.
Non fosse stato per un attimo d’esitazione e per un gran recupero di Ndidi, Gabriel Jesus avrebbe segnato proprio grazie all’imbeccata del portiere, bravo nel vedere lo spazio ed eccezionale nell’eseguire un passaggio lungo e veloce:
Nonostante un innegabile calo nella seconda parte della stagione scorsa, in parte legato ad una flessione complessiva di tutta la squadra, non nutro grosse preoccupazioni per il futuro di Aaron Ramsdale o della squadra ma ho imparato presto a trattenere il respiro e stringere forte i glutei quando ha il pallone tra i piedi, consapevole che lui sarà pure tranquillo ma io non lo sarò mai al 100%. Si tratta del prezzo da pagare quando si ha in squadra un portiere cui viene chiesto di essere il primo ad impostare la manovra, come succede al Manchester City con Éderson e, in minor misura, al Liverpool con Allison.
A 24 anni appena compiuti, Aaron Ramsdale è ancora soggetto ad alti e bassi in termini di prestazioni ma non per questo merita di essere messo in discussione al primo errore, come successo dopo che il pallone calciato da Maddison è finito in rete passandogli tra le gambe, perchè è successo e succederà di nuovo, a lui come ad altri portieri. Al netto di qualche brivido come quelli che ci ha fatto vivere soprattutto a Selhurst Park, Aaron Ramsdale resta un portiere affidabile dal potenziale ancora inesploso, già in grado di sopportare la pressione di un campionato come la Premier League e una tifoseria come la nostra e destinato a migliorare ulteriormente perchè dotato della giusta personalità e del giusto atteggiamento per non sedersi sugli allori.
Se tutto va come previsto, il gioco sarà valso la candela e le nostre sofferenze saranno ripagate con un portiere di primissimo livello.