Ignacio “Nacho” Monreal Eraso ha appeso le scarpette al chiodo.
Arrivato dal Málaga per dieci milioni di sterline e senza troppa pubblicità, lo spagnolo ci ha conquistati subito.
Professionista esemplare, Nacho è stato uno dei pochi elementi a garantire continuità e affidabilità in un periodo, l’ultimo di Arsène Wenger sulla panchina dell’Arsenal, non sempre sereno né dentro, né fuori dal campo. Elemento indispensabile di un gruppo di giocatori che ha portato a casa tre FA Cup e tre Community Shield (è un trofeo a pieno titolo, quando lo vinci…), Nacho Monreal ha accumulato 251 presenze con la maglia dell’Arsenal e messo a segno dieci gol, alcuni dei quali sono stati decisivi per le fortune della squadra.
Spettatore non pagante in occasione della finale folle contro l’Hull City, Nacho Monreal è stato tra i protagonisti delle due finali successive contro Aston Villa e soprattutto Chelsea, contro il quale ha giocato una partita superlativa da centrale di difesa accanto a Per Mertesacker e Rob Holding. Terzino, tornante o centrale, lo spagnolo non ha mai tradito.
Arriviamo al punto, quindi: Nacho Monreal è il miglior difensore acquistato da Arsène Wenger durante i suoi ultimi dieci anni da manager, come suggerito da Charles Watts?
Dando un’occhiata alla lista dei difensori che hanno vestito la maglia dell’Arsenal tra il 2008 e il 2017, lo spagnolo è indubbiamente uno degli acquisti più azzeccati se confrontato con Mickaël Silvestre (!), Sébastien Squillaci (!!), André Santos (!!!) e Shkodran Mustafi (!!!!) o con giocatori non così terribili ma incapaci di rendere in linea con le attese come Mathieu Débuchy, Gabriel Paulista o Calum Chambers.
Nello stesso periodo, però, sono arrivati anche Thomas Vermaelen, Laurent Koscielny e Per Mertesacker, tre elementi che hanno contribuito a scrivere pagine importanti della storia del club e che hanno vestito la fascia da capitano e uno dei quali oggi è capo del settore giovanile del club. Se il belga è stato penalizzato dagli infortuni dopo una stagione d’esordio eccezionale, gli altri due hanno costituito una delle coppie difensive meglio assortite e più solide dal trasloco all’Emirates Stadium in poi e hanno lasciato il proprio nome negli annali grazie a gol pesantissimi in semifinale e finale di FA Cup, oltre ad aver rappresentato al meglio i valori fondatori dell’Arsenal Football Club.
Tra l’altro, questo piccolo viaggio nel tempo ci permette di apprezzare ancora di più la rivoluzione operata da Edu e Mikel Arteta, capaci assieme ai rispettivi collaboratori di mettere in piedi un modello d’identificazione dei profili utili alla squadra che non sia troppo dipendente né dall’occhio umano (Arsène Wenger), né dalle conoscenze altolocate (Raúl Sanllehí), né da numeri e statistiche (StatsDNA). Incrociando le dita, oggi il club non è più lo stesso che ha speso 41 milioni per Mustafi ma è quello che ne spende quasi altrettanti per William Saliba o la metà per Gabriel e che continuerà ad investire in maniera oculata e programmatica.
Digressione finita, è tempo di tornare al punto principale di questo blog e farvi una domanda semplice.
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