Espiazione Completa

“Granit Xhaka, we got! Granit Xhaka, we got!”
Se questa non è la chiusura perfetta di un cerchio altrettanto perfetto….

Domenica, al Gtech Community Stadium di Brentford, abbiamo assistito a quella che è stata con ogni probabilità la miglior prestazione di Granit Xhaka con la maglia dell’Arsenal, fatta eccezione dper la finale di FA Cup del 2017. Lo svizzero, con la fascia di capitano al braccio data l’assenza di Martin Ødegaard, ha dominato a centrocampo e “postato” numeri da mezz’ala di altissimo livello:

Decisivo ad entrambe le estremità del campo

A colpire di più però non sono né i numeri, né le giocate di Granit Xhaka ma il suo sorriso contagioso: il giocatore corrucciato e teso ha lasciato posto ad uno più sereno, più libero e molto più consapevole. L’aggressività e l’agonismo sono quelli di sempre ma oggi l’ex capitano di Basilea e Borussia Monchengladbäch è in grado di canalizzare perfettamente energie ed emozioni, in modo da far sentire la propria presenza senza gli eccessi che lo hanno penalizzato durante tutti questi anni.

La presenza di Thomas Partey davanti alla difesa, combinata con quella di Gabriel Jesus davanti e Oleksandr Zinchenko sulla sinistra, hanno creato un’area di gioco ideale per sfruttare le qualità di Granit Xhaka e soprattutto nascondere alla perfezione i suoi difetti, ben noti a tutti noi. In quel grande quadrato di campo, Granit Xhaka è libero di ricevere il pallone fronte alla porta, alzare la testa e liberare il suo sinistro vellutato, che sia sul corto o lungo raggio; in quel quadrato di campo, Granit Xhaka può sottrarsi alla pressione avversaria e ritagliarsi il tempo necessario per trovare quelle giocate incisive che lo hanno reso indispensabile per ogni squadra dalla quale ha transitato, oltre che per la Nazionale elvetica.

Chiunque avesse previsto che Granit Xhaka, dopo la celebre sceneggiata, avrebbe espiato le proprie colpe è stato particolarmente ispirato ma se qualcuno ha anche solo lontanamente immaginato una parabola come quella che si è completata domenica scorsa, allora mi tolgo il cappello mille volte. Non più tardi di sei mesi fa, la seconda priorità del mercato dell’Arsenal dopo l’acquisto di un centravanti era un centrocampista che sostituisse proprio Granit Xhaka, del quale sembrava avessimo visto il massimo potenziale e che quindi andava sostituito con qualcuno di più adatto al gioco di Mikel Arteta.

Mai avrei immaginato che lo svizzero potesse rinascere dalle proprie ceneri e cambiare quasi totalmente il modo di giocare, passando da regista basso in un doppio pivot di centrocampo a mezz’ala a tutto campo, con una grande gamba e la capacità d’inserirsi con la continuità e la precisione che stiamo vedendo ultimamente. A sorprendere, a casa del Brentford, non è stata l’esecuzione del passaggio che ha permesso a Gabriel Jesus di segnare il gol del due a zero ma il fatto che Granit Xhaka si trovasse su quella zolla in quel frangente, quando in passato sarebbe stato venti metri più indietro.

Prima di abbassarsi a fare il centrocampista, Granit Xhaka ha mosso i primi passi da trequartista, quindi la tecnica e la visione di gioco sono sempre stati il suo punto di forza, mentre la rapidità e l’agilità è stati i sui talloni d’Achille. Mikel Arteta, molto più dei tanti altri allenatori con i quali ha lavorato lo svizzero, ha saputo trovare il ruolo giusto per approfittare al massimo delle sue qualità offensive senza che le carenze fisiche di Granit Xhaka venissero a galla e per questo merita gli applausi di tutti.

Oggi Granit Xhaka ha completato l’espiazione di tutte le colpe che gli sono ricadute addosso, a prescindere dalle reali responsabilità e delle varie e innegabili attenuati, e comincia una nuova vita all’Arsenal. Ci saranno altri errori, ci saranno altre scelte azzardate e ci saranno altri momenti difficili ma l’impressione è che Granit Xhaka si sia guadagnato la fiducia dei tifosi, che finalmente sapranno perdonare il prossimo errore e non rifugiarsi immediatamente nel “ecco, il solito Xhaka!” che ha accompagnato ogni svarione dell’elvetico.

Granit Xhaka è morto, viva Granit Xhaka!

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