Breccia Rossa

Si sta aprendo una breccia inaspettata nel panorama della Premier League?
La classifica dopo otto turni vale quel che vale, tuttavia potremmo trovarci ad un crocevia importante.

Nonostante il Manchester City continui ad essere il Manchester City e sembri destinato a dominare il campionato per un lasso di tempo indeterminato, il resto del gruppo di pretendenti più o meno accreditate al ruolo di antagoniste è molto eterogeneo e, aspetto più importante, sempre più ampio. La Premier League, oggi, non sembra più un affare riservato esclusivamente alla squadra di Guardiola e al Liverpool, come successo recentemente.

Ad essere precisi, la Premier League nell’ultimo lustro ha avuto un solo padrone, il Manchester City, e il Liverpool ha rotto l’egemonia in una sola occasione, dando però grande filo da torcere ai Citizens in altre due occasioni. Il resto delle inseguitrici, Manchester United e Chelsea in testa, non hanno mai trovato il modo d’inserirsi nella corsa o infastidire la coppia di testa. Anche quando una squadra diversa dal Liverpool o dal Manchester City è riuscita ad issarsi fino al secondo posto, il divario con il vertice si è rivelato impietoso: nel 2017/18 il Manchester United ha terminato il campionato con un -19, mentre nella stagione 2020/21 i Red Devils – ancora loro – si sono fermati a -14.

Le cose stanno per cambiare?

È presto per considerare il Liverpool fuori dalla lotta per il titolo, nonostante le difficoltà di questo inizio di stagione, ma è lecito domandarsi quanto durerà il ciclo dei Reds, non tanto per i risultati di quest’anno quanto per il mancato rinnovamento di un organico che, soprattutto a centrocampo, comincia a farsi vecchio e usurato. Per alcuni è una mera questione anagrafica, per altri un’eccessiva predisposizione agli infortuni e per altri ancora un pericoloso mix di entrambe le cose, fatto sta che la mediana del Liverpool ha accumulato acciacchi e kilometri in abbondanza. L’obiettivo per la prossima stagione, più o meno dichiarato, è Bellingham del Borussia Dortmund ma l’inglese da solo non basterebbe per avviare un nuovo ciclo.

Diverso il discorso che riguarda il Chelsea o il Manchester United, due squadre che iniziano ora il proprio percorso di rinnovamento e che inevitabilmente andranno incontro ad un periodo di alti e bassi prima di trovare la strada giusta. L’ambizione e le possibilità economiche non mancano né da una parte, né dall’altra ma il lavoro è tanto sia per ten Hag che per Potter. Magari entrambe azzeccheranno ogni singola mossa di mercato e diverranno immediatamente ipercompetitive, forse però dovranno passare – come tutti – per qualche scelta sbagliata e rallentare la propria progressione.

E il Tottenham? Con Conte in panchina, Kane in scadenza, Lloris che invecchia e Levy a prendere le decisioni, è già difficile capire che farà il Tottenham dopodomani, figuriamoci nelle prossime tre stagioni. Il manager italiano è noto per non restare troppo a lungo sulla panchina e mandare ultimatum infuocati alle società, il capitano e giocatore simbolo potrebbe lasciarsi tentare da una big e, con una sua partenza, tutto il castello rischierebbe di crollare fragorosamente.

Ecco perché dico che potrebbe aprirsi una breccia nella corsa alla Premier League e che l’Arsenal, con le scelte effettuate negli ultimi diciotto mesi, potrebbe aver accumulato un vantaggio preziosissimo. Non saprei dire se tutto questo fosse scientificamente programmato da Mikel Arteta e Edu, rimane il fatto che oggi SEMBRIAMO essere i meglio equipaggiati per assumere il ruolo di miglior seconda, dietro ad un Manchester City inavvicinabile. Le cose possono cambiare in maniera molto rapida ma, se il club riuscirà a blindare Bukayo Saka, Gabriel Martinelli e William Saliba, allora l’Arsenal potrebbe diventare una seria candidata al titolo.

Scriverlo come sto facendo ora fa un effetto strano, considerando l’orribile inizio di stagione di un anno fa, ma più ci penso e più mi dico che questa squadra ha tutte le carte in regola per infastidire quella di Guardiola, anche se la distanza resta considerevole e che le due rose non sono nemmeno lontanamente comparabili.
Il titolo è fuori portata quest’anno e con ogni probabilità lo sarà anche la prossima stagione, salvo imprevisti, ma chissà cosa succederà quando la rosa dell’Arsenal, ora tra le più giovani della Premier League, arriverà a maturità?

Certo, arrivare a quel punto con l’ossatura ancora intatta, nessun infortunio grave, Mikel Arteta ancora in panchina e una società sempre solida e lungimirante sarà molto complicato ma più migliorano i risultati e le prestazioni, maggiori saranno le possibilità di convincere tutti – dentro e fuori dal club – della bontà e delle ambizioni di questo progetto.

Forse si sta aprendo una breccia e forse siamo i più pronti ad approfittarne. Forse stiamo tornando.

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