Numeri da Grande

We are top of the league, we said we’re top of the league!
Alla sosta per il Mondiale, l’Arsenal è primo con cinque punti di vantaggio sul Manchester City.

Let that sink in, come dicono gli inglesi.
Sono settimane ormai che il discorso è sempre lo stesso: “Non durerà”. “Il Manchester City poi ingrana”. “L’Arsenal ad un certo punto calerà”. Magari hanno ragione loro. Probabilmente hanno ragione loro. Intanto però non c’è un solo indizio che faccia pensare che questo Arsenal sia un fuoco di paglia.

Al contrario, sono le altre squadre a segnare molti più gol di quanto suggeriscano i valori expected o che ne incassano meno di quanti dovrebbero, mentre l’Arsenal raccoglie quel che semina e non è in overperformance in quasi nessuno degli indicatori standard. L’unico dato sospetto, per quanto riguarda la squadra di Mikel Arteta, sono i gol fatti: Martin Ødegaard e soci, infatti, hanno messo a segno 33 gol in 14 tornate di campionato, mentre il dato di fbref.com degli xG si ferma a 26, per una differenza di 7 gol. Nulla di clamoroso comunque, se confrontato al +12 del Manchester City o al +8 di Tottenham e Leicester, ma comunque in dato in controtendenza rispetto ai valori proiettati.

Se continuiamo ad analizzare i numeri relativi a questo primo scorcio di Premier League, la situazione si fà sempre più positiva: l’Arsenal è la squadra che ha mantenuto più volte la porta inviolata (7), quella che ha concesso meno tiri in porta agli avversari (36) ed è la terza squadra per tiri complessivi, tiri in porta a partita e percentuale di tiri nello specchio a partita. Aspetto interessante, non c’è un indicatore nel quale il Manchester City sia nettamente superiore all’Arsenal, se non la differenza tra i gol segnati e gli expected goals alla quale ho accennato prima.

Se davvero il Manchester City si prenderà il primo posto e il titolo a spese dell’Arsenal, allora avrà fatto qualcosa di clamoroso perché questo Arsenal non sta cavaldando un’onda anomala né approfittando di una serie calda ma sta giocando da grandissima squadra e vincendo con merito ogni partita che vince. Sono pochi ormai gli argomenti legittimi rimasti a disposizione di chi insiste a dire che l’Arsenal mollerà e non sono io a dirvelo, sono i numeri e i fatti. Eccone alcuni, a titolo di esempio:

IL CALENDARIO FACILE

Uno degli argomenti preferiti di chi non vuole credere ad un Arsenal in grado di lottare per il titolo è il calendario “troppo facile” di questo prima parte di stagione. Ebbene, il “calendario facile” ha visto l’Arsenal giocare 8 volte in trasferta e 6 in casa e affrontare Manchester United, Tottenham, Liverpool e Chelsea. Risultato: in casa siamo a 6 vittorie in 6 partite, di cui due contro Tottenham (3-1) e Liverpool (3-2), e in trasferta abbiamo perso una sola partita, a Old Trafford, e pareggiato al St. Mary’s Stadium contro il Southampton ma abbiamo sbancato Stamford Bridge con grande autorevolezza e fatto un sol boccone di Crystal Palace, Bournemouth, Wolverhampton e Brentford.

Nessuno ha fatto più punti di noi lontano da casa (19) e nessun’altra squadra ha concesso meno gol di noi (4), un cambiamento clamoroso rispetto alle quattro sconfitte in sette trasferte del primo terzo della passata stagione.

Se andiamo a vedere il calendario delle altre (Manchester City, Liverpool, Chelsea e Tottenham), è impossibile ignorare l’evidenza: gli uomini di Guardiola hanno giocato ben otto volte all’Etihad, perdendo una volta contro il Brentford, mentre hanno vinto solo tre delle sei trasferte affrontate fino ad oggi, lasciando punti a Newcastle, a Birmingham contro l’Aston Villa e a casa del Liverpool. Discorso simile per il Liverpool, che ha fatto solo 5 punti in 6 partite lontano da Anfield e per le altre, tutte con 3 vittorie in trasferta a fronte di 6, 7 o 8 partite disputate.

Se quello dell’Arsenal è stato un calendario facile, come dobbiamo definire quello delle nostre rivali?

IL MANCHESTER CITY A MEZZO SERVIZIO

L’altro argomento dei più scettici è un fantomatico momento di stanca del Manchester City. Per quanto sia evidente che de Bruyne e compagni non stiano giocando in maniera scintillante, considerare che debbano per forza salire di livello in maniera esponenziale è quantomeno presuntuoso. Cresceranno, troveranno maggiore fluidità ma non è per nulla scontato che abbiano un cambio di marcia sufficientemente deciso per staccare definitivamente l’Arsenal e, dati alla mano, non sono poi così lontani dalla squadra che l’anno scorso ha vinto il titolo.

Ad oggi, ovvero dopo 14 giornate, il Manchester City ha gli stessi punti della stagione passata (32) con lo stesso numero di vittorie (10), cifre che proiettate sul resto della stagione danno un totale di 87 punti finali. Un bel bottino ma ben lontano dai 100 dei 2017/18 o i 93 dell’anno scorso. L’annata del Manchester City assomiglia di più al 2020/21, chiuso con 87 punti e il titolo di campione d’Inghilterra davanti al Manchester United di Solskjaer, fermatosi a 74 punti.

L’Arsenal, numeri alla mano, è in corsa per finire con 100 punti e anche se non manterrà questa media punti assurda ha ancora un discreto vantaggio. Al momento i Gunners viaggiano a 2.64 punti a partita, il Manchester City invece è fermo a 2.28. Non basterà “svegliarsi” per recuperare terreno, servirà un’accelerazione colossale.

Eppure, il reparto offensivo del Manchester City funziona già piuttosto bene. Il City sta già segnando molto di più dell’anno scorso (40 contro i 29), anche e soprattutto per merito dell’innesto di Haaland in attacco. Il norvegese ha già messo a segno 18 gol in campionato, ovvero tanti quanti ne ha segnati il Bournemouth e più di altre sette squadre di Premier League e non si fermerà certo qui. A livello offensivo, quindi, è difficile che il Manchester City possa fare molto meglio di così, anche se ci si può aspettare qualcosa di più a livello realizzativo da de Bruyne (3), Bernardo Silva (2) o Mahrez (1).

Ergo, e il Manchester City “metterà la quinta”, non sarà a colpi di gol segnati perché il loro è già il miglior attacco della Premier League – eppure sono dietro di cinque punti in classifica.

Il problema, quind, sembra essere dietro: il Manchester City ha incassato 14 gol in altrettante partite contro 8 della stagione scorsa e 12 della stagione precedente, quando avevano accumulato solo 23 punti sui 42 disponibili. Eppure, il reparto difensivo del Manchester City ha subito pochisimi cambiamenti rispetto a centrocampo e atttacco: siccome ho seri dubbi che la cessione Oleksandr Zinchenko abbiano spostato così tanto gli equilibri, la ragione di tante difficoltà è da cercare altrove e non sul mercato, che ha comunque portato due tasselli validissimi come Akanji del Borussia Dortmund e Phillips del Leeds, unica vera alternativa a Rodri in mediana.

C’è un dato più interessante di altri per quanto riguarda i gol incassati dal Manchester City in queste prime 14 giornate di Premier League: sono già tre le occasioni nelle quali gli uomini di Guardiola hanno incassato più di due gol in una sola partita, mentre la scorsa stagione è successo in tutto appena sei volte, di cui due contro il Liverpool. A questo stesso punto della stagione scorsa, il Manchester City aveva concesso due gol al Liverpool ad Anfield e due in casa contro il Crystal Palace; quest’anno ne ha presi tre dal Manchester United, tre dal Newcastle e due dal Brentford. In tutta la stagione passata, i Citizens avevano concesso appena 15 gol tra le mura amiche, quest’anno sono già a 9.

Cosa ci fa pensare che questi problemi improvvisamente spariranno?

Insomma, ci sono tanti numeri e tanti dati a confermare la bontà delle prestazioni e dei risultati dell’Arsenal, la squadra sorpresa per eccellenza di questo primo scorcio di stagione. Di sicuro caleremo, indubbiamente non manterremo una media punti mostruosa come quella attuale ma non credo più all’inevitabilità della rimonta del Manchester City. È probabile che saranno loro ad alzare il trofeo di campioni d’Inghilterra, l’estate prossima, ma sono fermamente convinto che dovranno sudarsela fino all’ultimo e che, se ci riusciranno, avranno compiuto una vera impresa.

Abbiamo numeri da grande, loro per batterci dovranno essere grandissimi e non è scontato che ci riescano.

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