Soluzioni d’Emergenza

Ah, se ci fosse stato Gabriel Jesus.
Ah, se ci fosse stato Emile Smith Rowe.
Ah, se ci fosse stato Reiss Nelson.
Ah, se ci fosse stato Mychajlo Mudryk.

Tutte recriminazioni più che valide, all’indomani del pareggio interno contro il Newcastle. Le opzioni offensive, per Mikel Arteta, sono davvero poche in questo momento: tra infortuni vari, ci ritroviamo con appena tre attaccanti e un giovanissimo brasiliano, Marquinhos, al quale non si può certo chiedere si spaccare una partita di Premier League, ancor meno se di fronte c’é la miglior difesa del campionato.

Il primo riflesso, in questi casi, è quello di guardare al mercato e invocare una soluzione che piova dal cielo – a suon di milioni. La soluzione in questione si chiama Mychajlo Mudryk, estroso attaccante esterno dello Shakhtar, per il cui cartellino il club ucraino chiede però cifre esorbitanti. Che fare se davvero la società di Donetsk insiste con i pubblicizzati CENTO MILIONI per cedere il proprio gioiello? Fosse per me, passerei volentieri la mano.

Se il Chelsea è pronto a mettere sul piatto una cifra identica o molto vicina a quella che vuole lo Shakhtar, per un giocatore di 21 anni alla prima vera stagione da titolare, allora lasciamoli fare e guardiamo altrove. D’altronde, la nuova proprietà dei Blues sembra disposta a pagare l’intera clausola di rescissione (127 milioni) per Fernández del Benfica, che sei mesi fa è sbarcato in Portogallo per 12 milioni, quindi è chiaro che non giochiamo nello stesso campionato. Più passano i giorni, più appare improbabile che Arsenal e Shakthar Donetsk trovino un accordo che soddisfi tutte le parti in causa, quindi non è una cattiva idea abituarsi al fatto che il talento ucraino possa rimanere una chimera, l’ennesimo Hatem Trabelsi della storia recente dell’Arsenal.

Che fare, se la risposta non dovesse arrivare dal mercato?

La prima soluzione interna porta il nome di Emile Smith Rowe.
L’inglese, autore di 10 gol in Premier League la passata stagione, quest’anno praticamente non si è mai visto e potrebbe essere la sorpresa della seconda parte di stagione. Da esterno di sinistra in attacco o interno di centrocampo, il nostro gioiello ha due qualità che l’altra sera avrebbero fatto molto comodo: la capacità di cambiare improvvisamente direzione in fase di conduzione e un talento innato per combinare nello stretto.
Se proviamo ad immaginare Emile Smith Rowe al posto di Granit Xhaka e ci ricordiamo dei tanti passaggi tra le linee di Oleksandr Zinchenko verso lo svizzero, ecco che si materializza l’immagine di Emile Smith Rowe smarcato al limite dell’area, faccia alla porta, pronto a mandare in porta un compagno o concludere direttamente, con quel suo stile pulito ed inimitabile che ha deciso svariate partite, l’anno scorso.

Emile Smith Rowe potrebbe finalmente rivedere il campo lunedì prossimo, contro l’Oxford United, e cominciare ad accumulare minuti preziosi in vista delle sfide di Premier League contro Tottenham, Manchester United, Everton, Brentford e Manchester City, dalle quali dipenderanno molte delle nostre possibilità di vincere un titolo che avrebbe del clamoroso.
Anche a mezzo servizio o a partita in corso, Emile Smith Rowe è un giocatore capace di spostare gli equilibri e il suo ritorno non potrebbe arrivare in un momento migliore.

L’altra soluzione interna, invece, si chiama Fábio Vieira.
Il portghese, arrivato in estate dal Porto, non ha ancora convinto appieno e ha mostrato solo lampi di una classe evidente a tutti, eppure potrebbe essere un fattore decisivo per la nostra manovra offensiva. Forse ancora leggero, fisicamente e psicologicamente, per un campionato intenso come la Premier League, Fábio Vieira ha però una visione di gioco seconda solo a quella di Martin Ødegaard e numeri impressionanti per occasioni da gol create, conclusioni a rete, xG e xA, quindi è forse venuto il momento di dargli un po’ di fiducia in più. Contro il Newcastle, ad esempio, avrei voluto vederlo qualche minuto in campo al posto di uno spento Ødegaard o, in alternativa, al posto di Granit Xhaka, in modo da alzare il tasso di creatività e imprevedibilità dalla trequarti in su. Capisco che Mikel Arteta non volesse alterare gli equlibri di una formazione che stava attaccando a spron battuto senza rischiare troppo, però a volte è necessario azzardare un po’ per trovare il guizzo decisivo.

Come successo in passato, Mikel Arteta si è dimostrato reticente a cambiare in corsa ma dovrebbe far tesoro dell’esperienza della passata stagione, quando – costretto dalla positività al Covid di Alexandre Lacazette – ha dato spazio e fiducia a Eddie Nketiah, venendo ripagato con gli interessi dal giovane centravanti. Cosa sarebbe successo senza quell’improvvisa indisponibilità dell’attaccante oggi al Lione? Eddie Nketiah avrebbe comunque avuto un po’ di spazio? Oggi avremmo ancora a disposizione Eddie oppure sarebbe in un altro club? La panchina è corta ma non è una buona ragione per non provare a sfruttarla nella sua interezza, anche se le opzioni non sono quelle che vorrebbe avere a disposizione Mikel Arteta.

In attesa che torni Gabriel Jesus o che il mercato ci regali una bella sorpresa…

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