Emile Smith Rowe torna a disposizione di Mikel Arteta.
Tra tutte le note positive della vittoria per 3-0 contro l’Oxford, questa é la migliore.
Il centrocampista, miglior marcatore in Premier League nella passata stagione, si è sottoposto ad un’operazione chirurgica per risolvere un problema di pubalgia che non gli permetteva di esprimersi al meglio – o almeno non con la giusta continuità.
Complici le tante ricadute, il problema muscolare era noto a tutti ma ciò che non si sapeva, almeno fino all’altro ieri, è che Emile Smith Rowe ha convissuto con la pubalgia per oltre quattro anni, ovvero da quando si è affacciato con regolarità al professionismo.
È stato lo stesso giocatore a rivelare l’entità dell’infortunio, subito dopo la partita di FA Cup contro l’Oxford United:
“In tanti forse nemmeno lo sanno, ma ho avuto questo problema fin da quando avevo 18/19 anni. È stato difficile gestirlo in tutti questi anni. Però sono contento che sia finita. L’intervento chirurgico è andato alla perfezione e ora mi sento veramente bene”
Insomma, fino a qui abbiamo visto solo una frazione del talento di Emile Smith Rowe e l’idea di averlo recuperato al 100% è elettrizzante: un giocatore come lui, capace di cambiare ritmo alla manovra con una singola giocata, ha tutte le carte in regola per diventare determinante nella seconda parte di stagione, quella decisiva. La qualità in conduzione, la capacità di giocare in spazi stretti e la pulizia nelle conclusioni a rete sono elementi fondamentali per destabilizzare le difese più compatte e, ça va sans dire, uno come lui ci avrebbe fatto molto, molto comodo contro il Newcastle.
Altro aspetto non trascurabile che riguarda il rientro di Emile Smith Rowe è la sua versatilità: esterno d’attacco, falso nove, trequartista o perfino centrocampista centrale, il giovane inglese può operare su tutto il fronte offensivo e quindi rappresentare una risorsa importante per Mikel Arteta.
Con Gabriel Martinelli ormai virtualmente intoccabile a sinistra e Fàbio Vieira come controfigura di Martin Ødegaard, il futuro di Emile Smith Rowe potrebbe essere quello di una mezz’ala offensiva alla de Bruyne o Bernardo, per prendere un paio di esempi.
In quel ruolo, quasi privo di responsabilità difensive e ideal per un giocatore che ama arrivare in area in seconda battuta, Emile Smith Rowe può far valere le sue enormi qualità di rifinitura e finalizzazione senza patire troppo in fase di non possesso palla.
Oggi occupato con grande successo da Granit Xhaka, che sta vivendo quella che probabilmente è la miglior stagione della sua carriera (non solo all’Arsenal), il ruolo di terzo centrocampista sembra fatto apposta per esaltare un profilo come quello di Emile Smith Rowe e, complice la spettacolare implosione di Albert Sambi Lokonga, cerca padrone per il medio e lungo termine.
Come abbiamo visto contro l’Oxford United, Mikel Arteta è stato “costretto” a mandare in campo lo svizzero per rettificare gli evidenti problemi di ritmo e incisività derivanti dall’ennesima prestazione deludente del belga, anonimo e in evidente deficit di autostima, ma spremere lo svizzero in questa maniera porta con sé tanti rischi, tutti ampiamente evitabili con un’alternativa come Emile Smith Rowe.
Ora che il calvario del prodotto di Hale End è finalmente terminato, possiamo tornare a goderci le giocate di un giocatore che, meno di dodici mesi fa, si prendeva tutte le prime pagine al pari di un certo Bukayo Saka e decideva le partite con una frequenza addirittura superiore a quella di Little Chili.
Arsène amava ripetere che ogni giocatore recuperato dopo un lungo stop fosse “Like a new signing”, come un nuovo acquisto e faccio fatica ad immaginare una definizione migliore per il recupero, speriamo definitivo, di un giocatore del calibro di Emile Smith Rowe.
…e domenica c’è il derby, una partita che Emile Smith Rowe ama particolarmente…