Moisés e il Mare (di soldi)

Moisés Caicedo arriva o non arriva? Moisés Caicedo vale tutti quei soldi?
Rimangono quarantott’ore prima della fine del mercato e siamo allo stallo assoluto.

La trattativa, decollata negli ultimi giorni, occupa tanti commentatori, giornalisti, osservatori, insiders (o presunti tali) e tantissimi di noi tifosi, ovviamente. La questione non è il valore del giocatore, perché ampiamente fuori di dubbio viste le sue prestazioni in sudamerica quando ancora era un bambino e poi al Brighton, oltre che al Mondiale, né se o meno un giocatore del suo tipo serva all’Arsenal, perché anche quello è fuori discussione: con Mohamed Elneny infortunato e Albert Sambi Lokonga in evidenti difficoltà psicologiche – ancor prima che tattiche e tecniche – non abbiamo una vera alternativa a Thomas Partey per il ruolo di vertice basso del triangolo di centrocampo.

Moisés Caicedo, uno dei migliori giocatori di tutta la Premier League in fase di non possesso palla e capace di palleggiare e rilanciare con grande precisione ed efficacia, sarebbe perfettamente in grado di giocare sia al posto di Thomas Partey che con il ghanese, dando magari il cambio ad un altro intoccabile, Granit Xhaka.

Moisés Caicedo, tuttavia, è sotto contratto con il Brighton e il club del sud dell’Inghilterra non sembra aver nessuna intenzione di facilitare la trattativa, a meno che non arrivi un’offerta assolutamente irrinunciabile. Tenuto conto del fatto che lo hanno prelevato dall’Independiente del Valle per 5 milioni di sterline due anni fa, i Seagulls potrebbero (dovrebbero?) accontentarsi dei 60 milioni messi sul piatto dall’Arsenal ma non ne vogliono sapere, consapevoli che riceveranno offerte simili, se non più alte, l’estate prossima e che, senza l’ecuadoriano (e Leandro Trossard) sarà ben difficile restare in corsa per un posto in Europa.

La questione scottante, quindi, è una: l’Arsenal deve rilanciare o lasciare il tavolo?

Non è facile rispondere a questa domanda perché ci sono argomenti validi per entrambe le risposte. Da una parte, non ha molto senso spendere 80 milioni per un giocatore che ha messo assieme appena 26 partite di Premier League ma, d’altro canto, Moisés Caicedo è uno dei migliori prospetti a livello mondiale e calzerebbe come un guanto per il ruolo di vice Thomas Partey.

Da una parte, non siamo così disperati da dover andare all-in nelle ultime ore di mercato, come successo in altre occasioni. Sebbene Mohamed Elneny sia fuori per infortunio, Albert Sambi Lokonga è ancora con noi e può essere recuperato, senza dimenticare che in rosa abbiamo Ben White e Jakub Kiwior che, all’occorrenza, potrebbero giocare davanti alla difesa.
D’altro canto, siamo in piena lotta per il titolo e non è detto che accadrà di nuovo, vuoi per la concorrenza e vuoi per l’età molto giovane della nostra rosa, quindi l’idea di buttare tutto alle ortiche per non aver “osato” rompere il salvadanaio per un giocatore giovane, bravo e desideroso di contribuire alla causa potrebbe diventare un peccato capitale.

Insomma, a noi serve Moisés Caicedo e Moisés Caicedo vuole l’Arsenal, mentre il Brighton vuole moneta sonante. Data questa premessa, la trattativa può essere facilissima perché basterebbe mettere sul tavolo la cifra giusta per i Seagulls, con il benestare della KSE.
La vera domanda, a questo punto, è la seguente: Moisés Caicedo è l’obiettivo per il medio e lungo termine oppure il club, in ottica estiva, aveva in mente altri giocatori, pur con profili simili?

È un film che abbiamo già visto in passato, quando l’obiettivo per la porta era Raya del Brentford e poi è arrivato Aaron Ramsdale o quando stavamo per chiudere per Lisandro Martínez e poi abbiamo presto Oleksandr Zinchenko. Ogni volta che abbiamo provato a forzare la mano, vedi Mudryk, Vlahovic o Raphinha, abbiamo finito col cedere il passo e ritrovarci con giocatori più funzionali, più motivati e molto meno costosi rispetto a coloro che hanno scelto altre destinazioni.

Se Moisés Caicedo è l’obiettivo principe, allora ha senso portarlo subito all’Emirates Stadium.
Se non lo è, allora è ora di alzarsi dal tavolo del Brighton ed andare a parlare con altri interlocutori.

In questo caso, la risposta ce l’hanno solo Edu e Mikel Arteta.

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