Serviva un centrocampista ed è arrivato un centrocampista. Tutti felici e contenti (più o meno…)
Non è Moisés Caicedo, non è Martin Zubimendi ma è….Jorginho, prelevato dal Chelsea.
L’affare, di per sé, non entusiasma. L’italiano, che tra sei mesi si sarebbe svincolato dal Chelsea, è dalla parte anagrafica sbagliata della propria carriera e ultimamente era finito ai margini a Stamford Bridge, vittima della rivoluzione di Potter.
Jorginho, però, è un giocatore con grande esperienza, capacità di giocare ad uno o due tocchi, ha vinto tutto quel che c’era da vincere e soprattutto arriva all’Arsenal senza portarsi dietro un ingaggio troppo pensante, né un contratto lungo. Il centricampista, infatti, ha firmato un contratto fino al 2024, con opzione per un anno supplementare, ed è costato dieci milioni di sterline – quindi il suo arrivo non avrà nessun impatto sulle operazioni in entrata della prossima estate.
Se sommiamo l’aspetto economico dell’affare e il ruolo che dovrà occupare in rosa, ecco che l’acquisto assume tutt’altra dimensione e diventa un buon colpo – o per lo meno un’operazione perfettamente logica.
Nome Completo: Jorge Luiz Frello Filho
Data e Luogo di Nascita: 20 dicembre 1991, Imbituba (Brasile)
Altezza: 1,80
Ruolo: Centrocampista
Numero: 20
Segni Particolari: 3° al Pallone d’Oro nel 2021, quando ha vinto Europeo, Champions League, Mondiale per Club e Supercoppa Europea da protagonista
Perché tanto scetticimo per l’acquisto di Jorginho? Perché non è Moisés Caicedo – o Declan Rice. Difficile fargliene una colpa, però. L’impressione è che l’italiano sia troppo diverso ai profili trattati da Edu durante la sessione appena terminata e che quindi siano in tanti ad essere un po’ disorientati.
Jorginho è l’elogio della lentezza, la sicurezza in palleggio, il maestro dei trecentomila passaggi tanto cari a Mikel Arteta ma non è il tuttocampista dinamico e travolgente che in tanti si aspettavano. Se l’idea è chiedere a Jorginho di fare il Thomas Partey, allora siamo spacciati, tuttavia non è questo il piano: numericamente parlando, l’ex giocatore di Verona e Napoli prende il posto di Mohamed Elneny ed è quindi chiamato a giocare qualche scampolo di partita qua e là, oppure sostituire il ghanese in Europa League, in modo da bilanciare un po’ le energie.
Idealmente parlando, Jorginho sarà l’uomo da mandare in campo per addormentare la partita quando saremo in vantaggio, oppure il giocatore a cui chiedere ordine e leadership quando Mikel Arteta manderà in campo una formazione rimaneggiata in Europa League – fino a quando sarà possibile. Idealmente parlando, Jorginho non sarà il giocatore che va a rappoddiare e chiudere sugli esterni, in aiuto a terzini, né quello incaricato di spaccare le linee di pressing avversarie in conduzione, perché altrimenti vorrebbe dire che né Mikel Arteta, né Edu avevano un chiaro piano in testa.
Ho le mie riserve circa le capacità difensive di Jorginho ma, se aiutato dal sistema, può svolgere un ottimo lavoro di riciclo del pallone, mentre se verrà isolato non potrà che andare in sofferenza, come successo al Chelsea e come successo regolarmente a Granit Xhaka, prima che Mikel Arteta gli cambiasse il ruolo. Certo, con Jorginho e Granit Xhaka in campo nello stesso momento rischiamo di soffrire ogni ripartenza e ogni contropiede ma non va dimenticato che abbiamo giocatori bravissimi a leggere queste situazioni, Oleksandr Zinchenko su tutti.
Insomma, Jorginho in un sistema funzionale e funzionante (vedi Napoli o l’Italia di Mancini), con un ruolo non centrale e con un costo economico sostanzialmente basso è un’operazione che ha un senso logico ed una grande utilità, a patto ovviamente che le condizioni restino queste. La cosa più importante, che trascende dal giocatore stesso, è che sia Edu che Mikel Arteta sembrano aver fatto tesoro dello sciagurato finale della scorsa stagione, quando giocatori inesperti o non all’altezza non hanno saputo darci la spinta necessaria per arrivare a quel benedetto quarto posto.
Oggi, con Jorginho (e Leandro Trossard), disponiamo di un ricambio già perfettamente calato nella realtà della Premier League e perfettamente in grado di dare una mano quando serve.
Magari non è quello che volevamo ma potrebbe essere proprio quel che serve.