Siamo secondi. Siamo all’inseguimento. Siamo dietro. Hallelujah!
Il Manchester City, favorito per il titolo, è in testa alla classifica e destinato a vincere.
Da quando la squadra ha iniziato ad inanellare vittorie e fare sul serio in classifica, staccando tutte le rivali, ho sempre percepito un certo sentimento di rassegnazione: per assurdo, più la squadra vinceva e più saliva questa malcelata rassegnazione rispetto all’inevitabile rimonta del Manchester City schiacciasassi di Guardiola.
Finalmente è successo. Finalmente il Manchester City ci ha raggiunti e superati, pur solamente grazie alla differenza reti e comunque con una partita in più rispetto a noi, così l’ordine naturale delle cose è ristabilito. È giusto così, è normale che sia così.
Il risultato di mercoledì sera certifica in qualche modo la superiorità del Manchester City e le difficoltà di una squadra costruita per tornare in Champions League, non certo per lottare per il titolo.
Però. C’è un però.
L’Arsenal, fino a oggi, ha viaggiato ad una velocità superiore rispetto al Manchester City e ha sofferto solo in tre occasioni: nel secondo tempo di Ellan Road contro il Leeds di Marsch, a Goodison Park contro l’Everton, e nella ripresa della partita dell’altra sera, proprio contro il Manchester City. Anche ad Old Trafford, nonostante la sconfitta, abbiamo giocato in maniera positiva e pagata caramente qualche errore di troppo. D’altronde, non si resta in testa alla classifica per 19 turni consecutivi per sbaglio, né per la pochezza degli avversari: se vai in testa alla classifica e ci resti per una manciata di giornate può essere grazie ad una concomitanza di eventi ma quando ci resti per tutto un girone, è solo merito tuo.
Non so dire se i giocatori hanno sentito un po’ troppo la pressione, né se la squadra sta patendo un carico di lavoro eccessivo per tornare brillante in primavera, o se in realtà il gruppo ha raggiunto il proprio massimo splendore e ora non riesce più a tenere il passo.
Sicuramente, NOI abbiamo sentito la pressione. I tifosi, anche quelli all’Emirates Stadium, hanno improvvisamente cambiato atteggiamento e sostituito il gioioso, disinteressato sostegno alla squadra con l’ansia, le aspettative impossibili di chi vuole una vittoria, non ci spera. La vuole. Se l’aspetta. La pretende.
Ebbene, spero che questo stravolgimento in cima alla classifica di Premier League serva a tornare all’atteggiamento impareggiabile atmosfera dell’Emirates Stadium di qualche settimana fa e abbandonare qualsiasi ansia e aspettativa.
Questa squadra sta bruciando le tappe rispetto al progetto ma non per questo dev’essere considerata alla stregua del Manchester City, un club che vive su un altro pianeta non solo rispetto all’Arsenal ma rispetto a quasi tutti i club d’europa. Questa squadra non è il Manchester City ma ha vinto 16 delle prime 22 partite di campionato e non merita di essere considerata finita, o in crisi, perché non vince da tre turni. Questa squadra, grande con le piccole, può ricominciare un filotto di partite anche domani, con un pizzico di fortuna in più, e così riprendere a macinare punti come ha fatto ad inizio stagione (5 vittorie di fila in agosto e altre 5 tra settembre e ottobre) e a metà stagione (5 vittorie tra novembre e dicembre).
Spero che questa sconfitta, per quanto dolorosa, servirà a calmare tutti e farci recuperare un minimo di prospettiva sulla squadra e sulla stagione in corso ma soprattutto su questi tre ultimi risultati, una piccola macchia su una tela altrimenti spettacolare, dipinta da Mikel Arteta, il suo staff e i suoi giocatori dal 5 agosto 2022 ad oggi.
Spero che adesso, visto che il Manchester City è in testa e vincerà SICURAMENTE la Premier League anche quest’anno, potremo tornare a goderci la squadra che ci ha fatto girare la testa e ci ha fatto sussultare. Spero che potremo tornare a goderci una vittoria senza guardare la classifica. Spero che potremo tornare a goderci una giocata elettrizzante, spero che potremo tornare a considerare un errore per quello che è e non come un peccato capitale.
Dimentichiamoci il titolo, torniamo a pensare all’Arsenal.