Se a Villa Park abbiamo aggiustato la mira, al King Power Stadium abbiamo chiuso la saracinesca.
Dopo sette partite senza un clean-sheet, finalmente Aaron Ramsdale ha mantenuto inviolata la propria porta.
Era dal North London Derby infatti che la retroguardia dell’Arsenal non riusciva a tenere fuori gli assalti degli avversari e, più in generale, non trasmetteva una sensazione di stabilità : tralasciando le doppie sfide contro il Manchester City, squadra che non puoi pensare di limitare efficacemente, anche avversari meno pericolosi hanno saputo creare qualche grattacapo di troppo alla nostra linea difensiva, Everton e Brentford in primis. A Goodison Park, contro una squadra che statisticamente fatica ad accumulare occasioni da gol, abbiamo permesso all’Everton di far segnare il secondo maggior numero di Expected Goals (xG) della stagione (1.7), quando in media gli uomini di Sean Dyche costruiscono 1.05 xG a partita. Discorso simile per il Brentford, che all’Emirates Stadium ha mandato a referto un clamoroso 2.01 xG, il quarto più alto del proprio campionato, mentre solitamente si assesta intorno al 1.4 xG a partita.
Insomma, si è ballato un po’ troppo là dietro nelle ultime settimane.
La prestazione del King Power Stadium, in quest’ottica, è un bel segnale di svolta perché non solo non abbiamo incassato gol ma soprattutto perché abbiamo azzerato il potenziale offensivo di una squadra che, nelle ultime quattro uscite, ha messo a segno dieci gol.
Il Leicester che ha impallinato prima l’Aston Villa (4-2) e poi il Tottenham (4-1) non si è visto, ingabbiato da una prestazione difensiva di altissimo livello sia individuale che collettivo. Contro di noi, le Foxes di Rodgers hanno fatto registrare il numero più basso di xG di tutta la Premier League (0.02) e hanno concluso in porta una sola volta, peraltro senza centrare il bersaglio. Dato ancor più interessante, non hanno calciato nemmeno un corner, a riprova della scarsa pericolosità dei padroni di casa contro la capolista.
A titolo di confronto, perfino il Sutton United, compagine di National League, era riuscito a tirare nello specchio della porta quando ha affrontato l’Arsenal di Arsène Wenger, in FA Cup, ed aveva pure calciato la bellezza di tre corner.
Sicuramente l’assenza di Maddison ha pesato tanto nell’economia del gioco del Leicester City ma la prestazione collettiva senza palla dei Gunners è stata semplicemente straordinaria e la testimonianza più eclatante è il ripiegamento di gruppo avvenuto al minuto e raccontato perfettamente da Dewsbury-Hall dopo il fischio finale:
“Quando siamo partiti in contropiede, il modo in cui hanno ripiegato è stato molto veloce […] ci sono state un paio di occasioni durante le quali siamo ripartiti ma abbiamo visto un mare rosso sulla loro trequarti difensiva”
Dewsbsury-Hall, centrocampista del Leicester
Questo tipo di azioni, ancor meglio di qualsiasi dato statistico o di qualsiasi contrasto decisivo, raccontano come questa squadra stia ritrovando i propri automatismi dopo un paio di settimane complicate, sia per i risultati che il modo in cui sono arrivati. Questo atteggiamento è stato lo strumento principale per svoltare definitivamente e fare il salto che, da due ottavi ed un quinto posto, ci ha portati a lottare per il titolo contro il Manchester City ed avere la certezza, quasi matematica, di tornare finalmente in Champions League dopo sette, lunghissimi anni.
Il Mar Rosso me lo immaginavo diverso ma preferisco decisamente questa versione.