Lucida Follia

È lunedì, abbiamo giocato sabato, eppure sono ancora qui a riguardare gli highlights e il gol di Reiss Nelson.
Perché? In fin dei conti, abbiamo vinto all’ultimo secondo, in casa, contro la penultima in classifica!

Ci sono vittorie importanti, vittorie sofferte, vittorie immeritate e vittorie “normali” e quella contro il Bournemouth dovrebbe essere una vittoria sofferta ma normale, non fosse altro che per il divario tra le due squadre sia in classifica che in termini di qualità delle rose a disposizione di Gary O’Neil e Mikel Arteta, rispettivamente. Generalmente, le vittorie “importanti” sono quelle conquistate negli scontri diretti, nei derby, in una partita secca di coppa eccetera, eppure quella con il Bournemouth è una vittoria importante, anzi importantissima.

Pur valendo tre punti e non i celebri “sei” di uno scontro diretto, la vittoria interna contro il Bournemouth potrebbe pesare tantissimo da qui alla fine della stagione per tante ragioni: a livello psicologico, perché rimontare uno 0-2 mette le ali a qualsiasi squadra; a livello morale, perché nonostante gli sforzi della squadra eravamo a pochi secondi dal permettere al Manchester City di tornare a -2 e quindi finire di nuovo nel mirino di critici neutrali (o quasi…) e della stampa; a livello individuale, perché un giocatore troppo spesso ai margini come Reiss Nelson ha dimostrato che non ci sono elementi estranei alla causa ma solo elementi importanti per le sorti dell’Arsenal e a livello manageriale perché Mikel Arteta, spesso accusato di essere poco intraprendente con i cambi, ha rivoltato la formazione come un calzino per arrivare alla vittoria e ha effettuato scelte spietate, che avrebbero potuto avere conseguenze nefaste per alcuni giocatori.

La vittoria di sabato contro il Bournemouth è una vittoria fondamentale, forse addirittura decisiva.

Oggi, con i soliti 5 punti di vantaggio sul Manchester City e la consapevolezza di esserseli guadagnati tutti, la squadra può tirare un bel sospiro di sollievo e pensare ai prossimi impegni senza preoccupazioni, senza paure, senza tensione ma con la forza di chi ha dimostrato, una volta di più, di avere risorse psicologiche insospettabili e decisamente al di sopra della media.
Giovedì, a Lisbona, ricomincia il nostro cammino europeo e domenica invece andremo a far visita al Fulham, sorpresa assoluta di questa stagione dall’alto del clamoroso settimo posto in classifica, il tutto senza patemi particolari. Avremmo detto la stessa cosa se quella conclusione di Reiss Nelson non fosse finita in fondo al sacco? Ovviamente no.

Senza quel gol di Reiss Nelson, oggi staremmo qui a farci mille domande sulla formazione da mandare in campo contro lo Sporting, perché la trasferta di Craven Cottage sarebbe diventata un must-win per scongiurare il sorpasso da parte della corazzata Manchester City: senza quel gol di Reiss Nelson, oggi ci staremmo chiedendo come evitare l’inevitabile o ci staremmo crogiolando nel fatalismo abbastanza tipico dei tifosi dell’Arsenal, perfettamente catturato da Nick Hornby in Febbre a 90°, che consiste nel convincersi profondamente che al tifoso dei Gunners non sono consentite gioie ma solo delusioni e che il DNA della squadra sia composto quasi esclusivamente dal gene VorreiMaNonPosso, quello che porta rimpianti.

Ecco perché la vittoria casalinga contro il Bournemouth penultimo, arrivata all’ultimo respiro, è così importante e i giocatori, con la loro esultanza scomposta e sostanzialmente individualista, lo hanno capito immediatamente. William Saliba è corso verso la bandierina, Gabriel è crollato sulle ginocchia in mezzo all’area di rigore, Jorginho si è precipitato in campo, Martin Ødegaard si è sdraiato sul manto erboso dell’Emirates Stadium, Gabriel Martinelli è corso a prendere il pallone in fondo alla rete, prima di scaraventarlo in curva, Ben White ha giustamente sbeffeggiato Neto e le sue perdite di tempo, e Reiss Nelson – l’eroe di giornata – ha fatto come se niente fosse, come se il suo gol non avesse appena spostato la terra sotto l’Emirates Stadium, se non l’Emirates Stadium stesso.
L’atmosfera era talmente elettrica che Mikel Arteta ha dato il cinque ad un bambino che si è ritrovato in piena area tecnica, senza che fosse dato sapere 1) di chi fosse quel bambino e 2) come ci fosse arrivato lì.

NELSOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOON! (Foto di The Athletic)

Ecco perché la vittoria casalinga contro il Bournemouth penultimo, arrivata all’ultimo respiro, è così importante.

Avanti con le prossime sfide adesso, avanti con il prossimo ostacolo, avanti con il prossimo “esame di maturità” come dicono quelli bravi.

Questa squadra non ha ancora finito di stupirci.

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