“Ma che freddo fa”, cantava Nada nel 1969, quando aveva appena quindici anni.
Lei parlava di una delusione d’amore, io preferisco concentrarmi sulla classifica di Premier League.
Il freddo in questione lo avverte sicuramente il Manchester City, che si ritrova improvvisamente ad otto punti di distacco dalla vetta – pur con una partita da recuperare – e che sabato prossimo, alle 13h30, scende in campo contro il Liverpool di Klopp, all’Etihad Stadium. Otto punti da recuperare non sarebbero nemmeno tanti per una squadra come il Manchester City, capace in passato di rimontare divari ben più ampi, non fosse per il fatto che mancano solo dieci partite alla fine del campionato.
In passato, infatti, la squadra di Pep Guardiola si è trovata in acque pericolose in Premier League ma, quando ha rimontato uno svantaggio, lo ha sempre fatto molto presto: nel 2017/18, anno del primo titolo dello spagnolo sulla panchina del Manchester City, i Citizens sono arrivati in cima alla classifica alla quinta giornata e non sono più scesi; nel 2020/21, l’annata più complicata per la metà azzurra di Manchester, il City ha dovuto rimontare dieci posizioni ma a gennaio era già passato in testa e da lì avrebbe poi staccato definitivamente la concorrenza ed infine la stagione passata, ed infine la stagione scorsa, quella della vittoria per un punto sul Liverpool, l’ha passata al primo posto dalla quindicesima all’ultima giornata di campionato.
L’unica eccezione è il 2018/19, quando il Manchester City è temporaneamente scivolato al secondo posto alla 33esima giornata, a due punti di distacco dal Liverpool ma con una partita da recuperare – poi regolarmente vinta per riprendersi il primo posto e andare a vincere il titolo.
Insomma: il Manchester City sa come recuperare un campionato ma non ha mai dovuto farlo così in fretta.
Ciò non significa che non sapranno farlo o che possiamo dormire sonni tranquilli ma dovrebbe farci riflettere su quanto fatto dalla nostra squadra finora e mettere in prospettiva le prossime dieci partite, quelle che decideranno il titolo. D’ora in poi perderemo il conto delle volte in cui sentiremo parlare di “dieci finali”, “dieci battaglie decisive” eccetera per l’Arsenal ma, fino a prova del contrario, è il Manchester City ad essere sotto pressione, non noi. Sono loro a doverle vincere tutte da qui alla fine, partendo dalla partita interna contro il Liverpool e passando per le trasferte a Brighton e a casa del Fulham, lo scontro diretto dell’Etihad Stadium e la visita del Chelsea, con la consapevolezza che il tempo a disposizione si riduce costantemente e inesorabilmente.
A prima vista, il calendario del Manchester City è più agevole del nostro ma non va dimenticato che i Citizens sono ancora in corsa sia in Champions League che in FA Cup e che quindi il loro calendario è più agevole ma allo stesso tempo molto più denso, rispetto al nostro (qui mancano due potenziali semifinali di Champions League):


Il freddo del meno otto attuale non è quindi il problema principale, il vero grattacapo per il Manchester City è il meno dieci che si calcola osservando la casella “partite giocate” della classifica di Premier League, dato che si traduce in 33 punti virtualmente a disposizione per il Manchester City (che deve recuperare una gara) da qui alla fine della stagione.
Nel 2017/18 i Citiziens hanno fatto 27 punti nelle ultime 11 partite; nel 2018/19 hanno fatto l‘en-plein vincendole tutte; nel 2019/20, quando a vincere è stato il Liverpool, ne hanno fatti appena 21 così come nel 2020/21, mentre la scorsa stagione hanno chiuso con 24 punti su 33 a disposizione.
Forse le vinceranno tutte e a quel punto avranno meritato di prendersi il titolo, dall’alto dei 94 punti con i quali chiuderebbero la stagione, o forse faranno un percorso simile a quello delle passate stagioni e, a quel punto, non avrebbero più il tempo per effettuare il sorpasso.
Facendo una rapidissima media sulla base delle ultime cinque stagioni, il Manchester City verosimilmente farà 25 punti nelle prossime 11 partite, il che significa che all’Arsenal POTREBBERO bastarne 18 per diventare campione d’Inghilterra per la quattordicesima volta nella propria storia e per la prima volta in diciannove, lunghissimi anni, un totale tutt’altro che irraggiungibile per una squadra che affronterà Leeds, Liverpool, West Ham, Southampton, Manchester City, Chelsea, Newcastle, Brighton, Nottingham Forest e Wolverhampton da qui al termine della stagione e che attualmente viaggia a 2.46 punti a partita.
Vedendo lo stato di forma attuale di Leandro Trossard, Bukayo Saka, Thomas Partey, Granit Xhaka, Gabriel Martinelli, Ben White e Martin Ødegaard e considerando che sta per tornare Gabriel Jesus, che Oleksandr Zinchenko e Kieran Tierney sono in crescita, che le notizie riguardanti la salute di William Saliba sembrano meno terribili di quanto lasciato intendere da Mikel Arteta e che d’ora in avanti avremo sempre una settimana intera per preparare la partita successiva, con l’unica eccezione della trasferta all’Etihad Stadium, mi viene da pensare che ognuna delle prossime partite di Premier League sarà una finalissima, una battaglia, una must-win.
Per il Manchester City. Ma che freddo fa…