Made in Hale End è la nuova rubrica, a cura di Nicola, sull’Academy dell’Arsenal e i suoi giocatori più promettenti.
Puntata dopo puntata, scopriremo quali sono i giovani più interessanti delle giovanili del Club, come si stanno sviluppando nelle varie squadre del nostro settore giovanile e quale potrebbe essere il futuro di ciascuno di essi, qualora riescano a fare il grande salto, quello più difficile.
Il ruolo del terzino nel calcio moderno è stato rivoluzionato nel corso degli anni. Il tradizionale stereotipo di esterno basso è invecchiato in malo modo diventando obsoleto negli attuali scacchieri tattici; i terzini bloccati non esistono più e i giocatori di ruolo hanno dovuto adattarsi in fretta ai cambiamenti evolvendosi o modificando la propria posizione sul campo. Oggi i terzini sono creature ibride a metà tra mezzali, difensori e talvolta persino trequartisti. La sola fase difensiva, per quanto buona possa essere, non basta più per trovare spazio ad alto livello: gli esterni odierni devono contribuire in maniera importante alla fase offensiva e alla costruzione della manovra gestendo alla perfezione gli spazi, il tutto sempre in relazione alle proprie peculiarità siano esse di natura fisico-atletica o tattica.
Nella gestione di Arteta l’esempio lampante è quello di Zinchenko. L’ucraino è il perfetto esempio di quanto detto finora: in fase di costruzione si sgancia dalla fascia per fungere da playmaker aggiunto o addirittura da mezzala offensiva quando chiamato in causa; quando c’è da difendere invece l’ex City torna nella zona di competenza per fronteggiare gli esterni avversari. Dove non arriva con le doti atletiche sopperisce con un IQ calcistico fuori scala. Il #35 è il perfetto grimaldello tattico, non è un caso che per Arteta sia un insostituibile e abbia sin da subito scalzato un pupillo dei tifosi come Tierney (terzino dall’impostazione più classica) dalle gerarchie.
L’attenzione nello sviluppo dei futuri esterni è un mantra in quel di Hale End. Nel corso della rubrica troveremo infatti diversi prospetti intriganti per il ruolo, il primo tra questi è un nome già piuttosto noto a livello internazionale: Brooke Norton-Cuffy.
MADE IN HALE END: Brooke Norton-Cuffy
Nato a Pimlico, area della zona metropolitana di Londra nella città di Westminster, il 12 gennaio 2004, Norton-Cuffy inizia la sua carriera nelle fila del Chelsea. Seguendo una traiettoria opposta a quella del più noto Hutchinson, il londinese di origine dominicane passa dai Blues all’Arsenal all’età di 10 anni e da questo momento inizia a bruciare le tappe.
Dopo un breve passaggio nelle varie selezioni giovanili, Norton-Cuffy arriva in u18 dove diventa subito un inamovibile. Padrone della fascia destra, il giovanissimo terzino colleziona 19 presenze complessive, condite con 1 gol e 2 assist, prima di compiere il successivo step di carriera iniziando ad allenarsi con l’u21. In una squadra imbottita di talento, ci militavano tra gli altri Balogun, Azeez e persino Saliba, Norton-Cuffy si impone anche qui come titolare sulla destra cedendo il posto solo ai membri della prima squadra, Chambers su tutti, inviati in u21 per mettere rimettere minuti nelle gambe.
Sin dai primi passi ad Hale End è chiaro a tutti che la carriera dell’ex Chelsea possa essere qualcosa di speciale. Il ragazzo, oltre a delle spiccate doti fisico-atletiche, mostra una grande etica lavorativa ed una spiccata tendenza al miglioramento, doti più volte lodate dal suo allenatore dei tempi Kevin Betsy. A gennaio 2022, dopo aver firmato il suo primo contratto professionistico con l’Arsenal pochi mesi prima, il ragazzo, di comune accordo con la società, decide che i tempi sono maturi per lasciare l’u21 e tentare l’avventura tra i grandi: la scelta ricade sul Lincoln City in League One il cui allenatore è quel Michael Appleton che abbiamo già incontrato nella precedente puntata della rubrica come manager del Blackpool.
Dopo un periodo di naturale adattamento all’ambiente, Norton-Cuffy diventa il titolare sulla destra scalzando nelle gerarchie il più esperto Teddy Bishop. La stagione al Lincoln City è positiva, la squadra conclude il campionato raggiungendo una facile salvezza ed il prodotto dell’Academy colleziona 17 partite (di cui 13 da titolare) con 1 gol ed 1 assist all’attivo.
Il rientro estivo all’Arsenal lo vede allenarsi sia con l’u21 che con la prima squadra dove Arteta inizia ad apprezzarne le qualità. Il nativo di Pimlico si mette in luce nelle poche settimane trascorse agli ordini del manager spagnolo che però, in maniera allora sorprendente, decide di non convocarlo per la tournée estiva preferendogli Reuell Walters. La soluzione all’enigma è presto trovata: Norton-Cuffy è stato convocato in nazionale dove disputa, e vince, l’europeo u19 di categoria risultando uno dei migliori dell’intera competizione nonostante l’ingenuo rigore causato contro l’Italia in semifinale.
Terminato l’europeo per Norton-Cuffy le scelte sono due: rientrare in u21 con la prospettiva di allenarsi stabilmente con i vari Saliba, White e Gabriel oppure partire ancora una volta in prestito. Dopo un colloquio con Mertesacker (manager dell’Academy) ed il responsabile dei prestiti Ben Knapper i dubbi sono sciolti ed il giovane esterno accetta la corte del Rotherham, in Championship, dell’allora coach Paul Warne.
Titolare sin dalla prima partita Norton-Cuffy, per giunta con la 10 sulle spalle (non esattamente il numero che ci si aspetta da un esterno di centrocampo), diventa subito un punto fisso nel 352 di Warne. Neppure i tre cambi di allenatore scalfiscono la posizione del giovanissimo inglese che colleziona 21 presenze e due assist nei sei mesi trascorsi al Rotherham prima che l’Arsenal decida di richiamarlo dal prestito per spedirlo in un’altra squadra di Championship: il Coventry City di Mark Robins.
Le aspettative in quel di Coventry sono più alte e la concorrenza aumenta. La squadra è tutt’ora in lotta per un posto nei playoff e Norton-Cuffy è in perenne ballottaggio con il più esperto Fankaty Dabo. Nonostante ambiente e pressioni diverse, la risposta dell’ex Hale End è stata più che positiva: 13 le partite giocate incrociando, tra gli altri, anche il suo ex compagno di squadra Charlie Patino nella gara vinta 1-4 dal Coventry contro il Blackpool.
IL PROFILO: Atletismo e Modernità
181cm x 71kg, destro di piede ma abile anche con il sinistro, Norton-Cuffy è un diamante grezzo tutto da rifinire. Dotato di una personalità straripante ed una grande sicurezza nei propri mezzi (scegliere la 10 è senza dubbio un segno), l’ex Lincoln City rientra in quella tipologia di esterni a tutta fascia sempre più richiesti nel calcio, soprattutto ad alto livello.
Nato addirittura attaccante, la sua posizione è stata arretrata nel corso della sua avventura ad Hale End al fine di massimizzarne le qualità. Il ruolo che ricopre oggi è frutto di un lavoro certosino iniziato nell’Academy e proseguito poi nel corso dei vari prestiti, ognuno dei quali ha garantito un bagaglio di esperienza che pochissimi coetanei hanno e che in campo il ragazzo non manca di mostrare con interventi spesso da veterano. Al contrario infatti di molti atleti che hanno scelta un percorso più lineare, la crescita di Norton-Cuffy è stata prepotente nelle primissime fasi mentre ora sembra essersi arrestata, seppur sia ancora lontana dall’essere conclusa.
Guardando una partita dell’ex Chelsea e Rotherham si notano subito l’esplosività e la facilità di corsa che lo contraddistinguono. Il classe ’04 è imprendibile sul lungo quando parte palla al piede ed ha un ottimo controllo del corpo in fase di corsa, non si sbilancia e di rado scopre la sfera rendendo complicata la vita ai difensori avversari. Il primo passo è esplosivo e con un dribbling funzionale, ma non esteticamente bellissimo da vedere, riesce spesso a prendere bene velocità in allungo. E’ molto rapido nei movimenti e riesce, con una non comune consapevolezza dei propri mezzi, a risultare spesso imprevedibile nonostante un bagaglio tecnico ancora da perfezionare.
In fase difensiva parliamo di un giocatore già di livello per quanto concerne l’1v1. In velocità è difficile da superare ed ha una progressione tale da riprendere con discreta semplicità anche avversari lanciati. Nonostante un peso nella media (su questo aspetto dovrà lavorare in futuro mettendo qualche kg extra di massa muscolare) ha una struttura corporea imponente ed un baricentro basso che gli consentono di tenere botta anche contro avversari più imponenti di lui. Le lunghe leve gli permettono di recuperare molti palloni in fase di interdizione e talvolta di sradicare la sfera dai piedi degli avversari. Nel corso della sua carriera ha sviluppato una buona consapevolezza difensiva che gli permette di leggere bene le situazioni; al contrario del sopracitato Zinchenko, Norton-Cuffy dove non arriva con l’IQ calcistico arriva con le proprie doti atletiche.
Sono molti i lati del gioco nel quale può, e deve, migliorare. In primis deve limare l’irruenza: pur avendo quasi il 60% di tackle riusciti in Championship spesso risulta troppo aggressivo con il risultato di andare fuori tempo e rimediare inutili cartellini o commettere falli ingenui. Altro aspetto su cui c’è da lavorare è la gestione dei duelli aerei dove, pur essendo cresciuto rispetto ai primi anni al Lincoln, risulta ancora poco efficace (appena il 34% di duelli aerei vinti quest’anno).
Per quanto concerne la produzione offensiva, Norton-Cuffy è un giocatore ancora tutto da costruire pur mostrando ottimi flash. Nonostante infatti sia in possesso di un calcio molto forte, non è un giocatore che ama concludere e spesso predilige un extra-pass ad un tiro anche dalla media distanza. Sia in corsa che da fermo ha dimostrato di possedere una notevole facilità di cross (arrivando sul fondo sempre con estrema semplicità): la mira però è ancora rivedibile. Il dato sui passaggi è molto interessante: infatti. del quasi 70% di passaggi completati, oltre la metà viene fatta in avanti, segno di un giocatore che predilige una rapida verticalizzazione a scambi corti nei quali possono emergere i suoi limiti in costruzione di manovra.
Il suo ruolo naturale è quello di esterno destro a tutta fascia in un 352 o 343. Nel corso degli anni è stato impiegato anche come terzino destro sia in un 4231 che in un 442 dove ha giocato bene pur dimostrando di non amare particolarmente la posizione. La sua duttilità lo ha portato a rendersi utile in qualunque zona del campo arrivando persino a ricoprire ruoli agli antipodi come quello di ala destra o di braccetto in una difesa a tre. Spesso, in fase di emergenza, è stato impiegato anche sul versante opposto del campo sempre sull’esterno.
IL FUTURO: La fascia destra è al sicuro
L’immediato futuro di Norton-Cuffy è piuttosto difficile da decifrare. E’ meno pronto di Patino al grande salto ma, in maniera quasi paradossale, potrebbe ritrovarsi sin da subito aggregato in prima squadra date le sue qualità che lo renderebbero un unicum nella rosa di Arteta. La rosa dei Gunners è infatti sprovvista di un esterno con quelle specifiche atletiche: White è uno dei migliori terzini della Premier ma è più giocatore da costruzione che da strappo sul lungo, Tomiyasu è invece un giocatore più abituato a rapide sortite offensive con repentine corse all’indietro. La sua aggiunta alla rosa garantirebbe imprevedibilità e diverse soluzioni tattiche e sono abbastanza convinto che Arteta ne studierà in pieno un possibile utilizzo.
Non bisogna dimenticarci però che parliamo di un ragazzo molto giovane che dovrebbe inserirsi in un contesto di altissimo livello avendo qualità quasi antitetiche al gioco del manager spagnolo. Per dare un’idea potremmo definire Norton-Cuffy quasi un “anti-Zinchenko”: due interpreti del ruolo in chiave moderna ma del tutto agli antipodi uno dall’altro.
Penso che appena terminata la stagione con il Coventry Norton-Cuffy verrà testato in prima squadra per valutarne appieno le possibilità di utilizzo: la soluzione di un ulteriore prestito (magari in Premier o in un altro campionato) resta, secondo la mia opinione, quella più probabile al momento. Sono però altrettanto sicuro che questo prospetto (che tanto ricorda Djed Spence per qualità e movenze) non tarderà a debuttare in prima squadra appena ce ne sarà l’occasione.
Non preoccupatevi, la fascia destra è al sicuro.
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