Prima le pulizie, poi l’arredamento di base, domani gli accessori di lusso.
Più che dell’Arsenal, mi sembra di parlare di uno di quei reality show sull’immobiliare.
Il fatto è che, ripensando all’eliminazione in Europa League per mano dello Sporting, non riesco a non immaginare l’ennesima rivoluzione della rosa a disposizione del manager spagnolo, sempre più esigente e sempre più ambizioso.
Tim Stillman ha trattato l’argomento nel suo ultimo pezzo per Arseblog ma credo ci sia molto di più da dire e che il parallelo con il Liverpool di Klopp non sia più necessariamente d’attualità, ora che il progetto di Edu e Mikel Arteta ha bruciato alcune delle tappe previste all’inizio. La situazione, in questo momento, non assomiglia più a quella che ha affrontato l’attuale manager del Liverpool ma è in realtà molto più complessa e la finestra per intervenire in maniera efficace molto più piccola.
La stagione in corso rischia infatti di essere una bellissima anomalia, più che l’inizio di un ciclo vincente, perché la concorrenza è molto più agguerrita rispetto a quella che ha dovuto affrontare il Liverpool e il mercato decisamente diverso se confrontato a quello di cinque anni fa.
Andiamo con ordine: prima Mikel Arteta si è progressivamente disfatto di giocatori inutili, se non dannosi, come Mesut Özil, Mattéo Guendouzi, Sead Kolašinac, Sokratis o Shkodran Mustafi, portando all’Arsenal calciatori più adatti al suo modo di vedere il calcio, sia per il breve che per il lungo termine, come Gabriel, Willian, Cédric Soares, Thomas Partey e Martin Ødegaard.
In seguito, ha sfruttato al massimo i giocatori a disposizione anche quando non erano esattamente il fior fiore della categoria, in modo da stabilizzare un po’ la barca. È il caso di Dani Ceballos, Alexandre Lacazette, Bernd Leno, Emiliano Martínez, David Luiz, Héctor Bellerín o Ainsley Maitland-Niles, tutti poi rimpiazzati alla prima occasione propizia per effettuare un upgrade: in quest’ottica sono arrivati Aaron Ramsdale, Ben White, Takehiro Tomiyasu, Oleksandr Zinchenko e Gabriel Jesus, oltre al rientro di William Saliba.
La terza fase, quella più delicata e molto differente rispetto a quanto fatto da Klopp a Liverpool, è iniziata con l’acquisto di Leandro Trossard dal Brighton. La terza fase, infatti, prevede un ulteriore upgrade del materiale umano a disposizione di Mikel Arteta, anche quello che fino all’altro ieri era considerato degno di far parte della rosa, se non intoccabile. La prossima rivoluzione quindi potrebbe interessare Kieran Tierney, Takehiro Tomiyasu, Emile Smith Rowe o Eddie Nketiah, giocatori che mai nessuno ha osato mettere in discussione e che in tanti, anche oggi, vorrebbero vedere in squadra.
Le due prestazioni sottotono contro lo Sporting ci hanno detto che molti degli impactors, termine adottato da Mikel Arteta per categorizzare quei giocatori capaci d’influire sulla partita pur non essendo dei titolari, non hanno garantito il rendimento desiderato e che, di conseguenza, la squadra dev’essere rinforzata. L’anno prossimo, salvo catastrofi, torneremo finalmente in Champions League ed è impensabile andarci con gli stessi giocatori che faticano ad imporsi contro Zurigo, Bodo/Glimt, PSV Eindhoven o Sporting Lisbona, per non parlare dell’idea di continuare a lottare per il titolo, come stiamo facendo in questo momento.
La stagione in corso, come citato, è una splendida anomalia destinata a restare tale perché Chelsea, Liverpool, Manchester United e Newcastle saranno avversari molto più pericolosi della loro versione attuale, condizionata da un cambio di proprietà, una serie incredibile d’infortuni, un cambio di manager e un cambio di status – derivante anch’esso da un cambio di proprietà.
Quest’anno ci giochiamo il titolo contro il Manchester City e solo il Manchester City. La prossima stagione invece sarà una lotta ad armi pari tra almeno sei club, forse sette se il Tottenham ritrova un minimo di serenità e progettazione, quindi sarà fondamentale sfruttare quest’ultima finestra disponibile per costruire sul vantaggio accumulato negli ultimi due anni e garantirsi il diritto di competere, il diritto di giocarsela con tutti e contro tutti. Se non ci riusciremo, inizierà l’inesorabile discesa nella mediocrità.
Non facciamoci illusioni, non potremo mai competere con Manchester City, Manchester United e Chelsea sul mercato, quindi dovremo continuare ad essere più intelligenti e più veloci di loro e non farci soffiare i profili migliori. In questo senso, le ultime novità in casa Arsenal sono molto rassicuranti e denotano una piena consapevolezza da parte del club dell’importanza di essere un passo avanti rispetto agli altri per tutto ciò che riguarda lo scouting e l’analisi dei dati a disposizione:
Molto del futuro successo di questo club e questa squadra dipenderà da questa fase tre, appena iniziata, e da come il club saprà confermare quanto di buono, anzi ottimo, fatto nelle tre precedenti finestre di mercato. L’impressione è che la posta in palio si sia alzata sensibilmente e che la pazienza di Mikel Arteta si riduca sempre di più: chi non tiene il passo finisce fuori dal giro, fuori orbita ed inevitabilmente fuori squadra – a prescindere dal nome che porta.
Mi aspetto molte sorprese dalla prossima sessione di mercato, molti colpi di scena e di vedere un club che finalmente ha imparato a vendere quando è il momento, alimentando quindi le proprie casse e con esse il proprio spazio di manovra. A volte bisogna fare ciò che è necessario anche se non è quello che si vuole, sacrificare alcuni rami della pianta affinché questa possa dare i propri frutti.
La fase tre suona decisamente eccitante e spaventosa allo stesso tempo.