Made in Hale End è la nuova rubrica, a cura di Nicola, sull’Academy dell’Arsenal e i suoi giocatori più promettenti.
Puntata dopo puntata, scopriremo quali sono i giovani più interessanti delle giovanili del Club, come si stanno sviluppando nelle varie squadre del nostro settore giovanile e quale potrebbe essere il futuro di ciascuno di essi, qualora riescano a fare il grande salto, quello più difficile.
L’Arsenal u18 è la prima finalista della FA Youth Cup 2022/23.
La squadra di Jack Wilshere ha eliminato in semifinale il più quotato Manchester City dopo una partita intensa tra due squadre che non si sono risparmiate offrendo uno spettacolo di livello agli oltre diecimila spettatori presenti all’Emirates. Nonostante infatti la giovanissima età degli interpreti la gara è stata giocata sin dalle prime battute su ritmi elevatissimi e non sono mancati lampi di classe (come la punizione di Rosiak che ha dato il vantaggio ai Gunners) e giocate degne di palcoscenici ben più prestigiosi.
L’Arsenal torna in finale di FA CUP dopo 4 anni dall’ultima volta e affronterà, in una gara inedita per la competizione, il West Ham del baby prodigio Divin Mubama. L’ultima vittoria bianco-rossa in questo prestigioso trofeo risale addirittura al 2009 quando il leader tecnico dei giovanissimi Gunners era proprio Jack Wilshere. Lo straordinario percorso dell’U18 in FAYC testimonia ancora una volta, qualora ve ne fosse di bisogno, lo straordinario lavoro svolto ad Hale End negli ultimi anni. Molti dei protagonisti di questa cavalcata abbiamo già avuto modo di conoscerli nel corso di questa rubrica (Walters, Nwaneri), altri li incontreremo nelle prossime settimane.
Il giocatore di cui però è necessario parlare oggi è il match-winner della gara contro il Manchester City, colui che con un perentorio colpo di testa all’ultimo istante del secondo tempo supplementare ha fatto esplodere l’Emirates, “the new starboy”: Myles Lewis-Skelly.
MADE IN HALE END: Myles Lewis-Skelly
Inglese di nascita ma con genitori originari delle Barbados, Myles Lewis-Skelly nasce il 26 settembre 2006. Il suo percorso nell’Academy inizia nel 2015 quando varca le porte di Hale End all’età di nove anni diventando sin dalle prime uscite uno degli osservati speciali del settore giovanile insieme all’amico e compagno di squadra Nwaneri.
Proprio come il fantasista dell’under18, anche l’ascesa di Lewis-Skelly è caratterizzata da un perenne bruciare le tappe. A 14 anni infatti il giovane centrocampista è già stabilmente nel giro dell’u18 dopo aver esordito, con gol, contro il Reading. A 16 anni, dopo aver impressionato per maturità e talento, il #6 si guadagna la convocazione in u21 per gli impegni contro il Monaco B (nell’International Premier League) ed il Northampton Town (EFL Trophy). L’esordio da titolare nella Premier League 2, il campionato riservato alle squadre u21, arriva nella gara persa 2-0 in trasferta contro il Wolverhampton quando coach Ali lo schiera come mezzala al posto di Catalin Cirjan.
Le buone prestazioni offerte dal giovanissimo mediano non passano inosservate dalle parti dell’Emirates tanto che Mikel Arteta decide di includerlo nella squadra, molto rimaneggiata a causa del Mondiale, che vola a Dubai per l’inusuale preparazione invernale. Il ragazzo si toglie anche la soddisfazione di esordire tra i grandi, seppur in amichevole, contro il Lione sostituendo Rob Holding. Da quel momento i suoi progressi sono stati monitorati con estrema attenzione da Arteta ed il suo staff tanto che Lewis-Skelly si allena ormai spesso e volentieri con Saka e compagni a dimostrazione di quanto tutta l’organizzazione Arsenal creda nel potenziale del suo gioiellino.
Volendo evitare un potenziale caso Nwaneri-bis, Edu e soci sin dallo scorso settembre hanno iniziato le trattative per rinnovare il contratto del giovanissimo wonderkid al fine di renderlo un professionista a tutti gli effetti. Dopo mesi di speculazioni la fumata bianca è arrivata tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2023 quando The Athletic, autorevole testata giornalistica molto affidabile in ambito Premier League, ha ufficializzato il buon esito della trattativa facendo tirare un lungo sospiro di sollievo ai tanti tifosi che già intravedono in Lewis-Skelly il futuro del centrocampo bianco-rosso.
A livello internazionale Lewis-Skelly è un membro fisso dell’Inghilterra u17 (pur essendo eleggibile a livello senior anche per le Barbados) con la quale disputerà l’europeo di categoria questa estate. Con la maglia dei tre leoni ha già collezionato 13 presenze di cui 6 nelle qualificazioni all’europeo condite con un gol ed un assist nel rotondo 6-1 che i ragazzi di Ryan Garry hanno rifilato alla Georgia.
IL PROFILO: Quantità e Qualità
178cm x 75kg, mancino naturale (a quanto pare Hale End pullula di mancini), Lewis-Skelly è un’autentica forza della natura a centrocampo. L’anglo-caraibico nasce come mediano in un centrocampo a due pur avendo giocato spesso anche come mediano unico davanti la difesa. Nel corso del tempo la sua posizione è stata spesso modificata sia per venire incontro alle esigenze della squadra sia per non precludere alcuna possibilità di crescita ad un ragazzo ancora nel pieno del suo sviluppo sia fisico che tecnico. Ed è per questo motivo che Lewis-Skelly è stato impiegato sia da box-to-box in un centrocampo a tre sia da braccetto destro (soprattutto in nazionale) e persino da terzino grazie all’intuizione di coach Ali che ne ha elogiato le qualità in diverse occasioni.
Pur essendo stato provato in diversi ruoli, a testimonianza di un’innata duttilità tattica e propensione al sacrificio, non ci sono dubbi che Lewis-Skelly verrà sviluppato come centrocampista a livello professionistico. Tuttavia, come detto anche da Wilshere nelle recenti interviste, che ha tirato in ballo giocatori come Saka e Zinchenko, è necessario per un atleta con le caratteristiche di Lewis-Skelly possedere uno skillset il più variegato possibile in modo da poter essere utile alla squadra in più ruoli ed in zone del campo diverse a seconda delle esigenze. A tal proposito è interessante come coach Ali, parlando della crescita del giovane centrocampista, abbia posto l’accento sulla sua versatilità tattica, qualità che lo rende ideale per il gioco di Arteta nel quale le posizioni spesso non sono definite secondo canoni tradizionali.
La prima caratteristica che salta all’occhio osservando Lewis-Skelly è il suo naturale atletismo che, unita ad una non comune forza nelle gambe ed un baricentro basso, lo rende capace non solo di notevoli strappi in progressione palla al piede ma anche di virate improvvise in velocità che spesso mandano a vuoto gli avversari. Coordinato nei movimenti, instancabile nelle corse e con un controllo del corpo non comune tra i coetanei, è raro vedere Lewis-Skelly andare in difficoltà in fase di conduzione di gioco; la sua capacità di schermare la palla lo rende un cliente ostico per gli avversari che spesso devono ricorrere al fallo per spezzare il ritmo di gioco imposto dal wonderkid di Hale End.
Oltre alle qualità fisiche, tuttavia, c’è molto altro; Lewis-Skelly è in possesso di un dribbling molto interessante seppur non pulitissimo. In progressione è quasi inarrestabile grazie ad un primo passo esplosivo con il quale guadagna molti metri sul diretto marcatore e ad una rapidità di gambe non comune per atleti con queste caratteristiche. Nello stretto può ancora migliorare: seppur molto agile infatti spesso non riesce ad essere efficace come quando è lanciato in velocità.
È stato spesso definito un “roaming player” cioè quei giocatori ibridi a metà tra-box-to box e trequartisti; Lewis-Skelly pur avendo molte qualità in comune con tale tipologia di calciatore è tuttavia solito operare in zone più arretrate del campo. È un atipico regista difensivo: chiede sempre il pallone ed è abile nel farsi trovare libero in ricezione, ha una consapevolezza, e conseguente gestione, degli spazi degna di giocatori di alto profilo. Tocca una quantità infinita di palloni per partita ed è sempre cercato dai compagni in fase di prima impostazione; passatore progressivo e di alto livello, ama gli scambi corti per i compagni e preferisce rapidi scarichi al fine di poter liberarsi e ricevere di nuovo una volta lanciato in corsa. Può crescere ancora in fase di gestione: pur essendo in possesso di un mancino molto preciso, non si fida ancora molto dei suoi cambi di gioco e predilige la verticalità anche a costo di tentare passaggi complicati anziché allargare il gioco sull’esterno.
A livello offensivo non è ancora un giocatore completo. È una minaccia nel gioco aereo, come testimonia il gol contro il City, grazie ai suoi tempi di inserimento, però non è costante nella produzione offensiva. Il tiro con il mancino è preciso e abbastanza forte però per diventare credibile deve migliorare sia dalla media che dalla lunga distanza, dalla quale fa ancora abbastanza fatica ad essere incisivo.
In fase difensiva è un atleta già molto maturo per l’età. Riesce a coprire, con una facilità di corsa impressionante, ampie porzioni di campo facendosi trovare sempre pronto sia in aiuto centrale che sui raddoppi. Predilige sempre andare in pressing sul portatore di palla e sradicare la sfera con le sue lunghe leve, deve ancora imparare a temporeggiare in maniera efficiente. Legge bene le situazioni di contropiede ed è preciso nelle diagonali, in fase di gioco rotto e di interdizione sporca tanti palloni in modo simile a quanto fatto da Partey al piano di sopra.
Il suo elevato IQ calcistico, presente tanto in fase di creazione di gioco che in quella difensiva, gli permette di leggere bene i movimenti offensivi avversari e di anticiparne le intenzioni intervenendo anche con energici tackles quando la situazione lo richiede. La combo di qualità fisiche e tecniche lo rende un “all around defensive player” cioè un atleta capace di ricoprire più ruoli anche nella retroguardia. Non mi stupirei se, soprattutto più in là, venisse provato anche da difensore centrale.
Gli aspetti del suo gioco che vanno ancora perfezionati sono legati alluso del piede debole ed alla concentrazione sull’arco dei 90’. Il destro viene ancora utilizzato poco e nulla e questo lo rende prevedibile nel corso della partita: deve imparare a fidarsi anche dell’altro piede se vuole diventare un giocatore impattante ad alto livello. Spesso ha la tendenza a fidarsi troppo dei suoi, incredibili, mezzi fisico-tecnici risultando deconcentrato sui 90’ e creando problemi alla difesa quando perde palloni in zone delicate del campo. Questi aspetti sono tuttavia migliorabili nel naturale processo di crescita di un ragazzo di appena 17 anni che però già gioca da veterano.
IL FUTURO: Risorsa per il centrocampo?
Nell’immediato futuro, l’Arsenal dovrà operare grandi manovre nella zona nevralgica del campo: il centrocampo. Tutti i centrocampisti della prima squadra sono ormai ultra-trentenni e alcuni, come Partey ed Elneny, non danno garanzie a livello fisico sul lungo periodo. Già a gennaio Edu aveva provato a portare a casa Moisés Caicedo dal Brighton ricevendo però un secco “no” come risposta e ripiegando all’ultimo su un “usato sicuro” come Jorginho. In estate pare ci possa essere un nuovo assalto a Declan Rice del West Ham o a Zubimendi della Real Sociedad però la concorrenza e la possibilità di aste internazionali potrebbero scoraggiare i Gunners.
Guardare ad Hale End qualora non si centrassero gli obiettivi sperati potrebbe essere una buona soluzione. Oltre a Charlie Patino, che di sicuro farà ritorno alla base, anche Lewis-Skelly ha tutte le carte in regola per guadagnare spazio nelle gerarchie di Arteta. Il ragazzo infatti possiede quel giusto mix di quantità, qualità e duttilità che lo renderebbero un complemento ideale nello scacchiere tattico del manager spagnolo: potrebbe infatti essere provato sia come alternativa a Xhaka che come potenziale sostituto di Partey in situazioni di emergenza.
Sono convinto che i progressi di Lewis-Skelly verranno monitorati con estrema attenzione nel corso dei prossimi mesi. L’europeo u17 di categoria fornirà un’ulteriore vetrina per il talentino inglese che dopo potrà giocarsi le sue carte tra i grandi come già fatto nel corso del ritiro di novembre. Non mi stupirei se nel giro di pochi mesi il rinnovo possa essere esteso e diventare un vero e proprio contratto pluriennale per cautelarsi da possibili offerte dall’estero.
Per tutti i tifosi Gunners tuttavia c’è da stare tranquilli. Lewis-Skelly è uno dei migliori talenti in rampa di lancio e tutti nell’organizzazione sono convinti che arriverà a vestire la gloriosa maglia bianco-rossa anche al piano di sopra. Bisogna avere pazienza e credere nel lavoro che quotidianamente viene svolto ad Hale End.
I risultati non sono stati così male finora!