Mikel Arteta lo ha detto chiaramente: è tempo di premere il bottone di riavvio.
Non importa quanto siamo stati belli e bravi quest’anno, il titolo è andato al Manchester City.
Può suonare troppo duro come discorso, può risultare perfino ingrato nei confronti di un manipolo di giocatori che ha portato il club dal quinto al secondo posto ed è rimasto in cima alla classifica per 284 giorni, però la dura realtà è che la stagione si avvia ai titoli di coda e non abbiamo nemmeno un pezzo d’argenteria che giustifichi l’entusiasmo che questa squadra ha innegabilmente generato.
Attenzione a non confondere la riconoscenza con l’ambizione: dobbiamo tutti essere più che riconoscenti per ciò che il club, lo staff è i giocatori sono riusciti a portare a termine, negli ultimi diciotto mesi: lottare per i titolo, risvegliare la passione dei tifosi, restituire lustro alla nomea del club e riportare l’Arsenal al centro del mondo calcistico inglese e anche europeo – grazie al ritorno in Champions League.
Accontentarsi, però, non è un’opzione.
Mikel Arteta lo ha detto in tempi non sospetti: l’ambizione per l’Arsenal è di vincere ogni competizione alla quale partecipa, ogni partita che gioca.
Arrivare secondi, pur con l’onore delle armi e in maniera del tutto inattesa, non dev’essere sufficiente. La ricetta per riuscirci, tuttavia, non è delle più semplici – a meno di non essere finanziati da uno stato sovrano, ovviamente – perché nemmeno gli acquisti giusti al momento giusto sono sufficienti contro questo Manchester City.
Il Liverpool di Klopp, che a tratti è sembrata una macchina perfetta, è riuscito a rompere l’egemonia degli uomini di Guardiola una sola volta, pur terminando a più riprese con oltre 90 punti in classifica.
Ecco perché dobbiamo essere più veloci, più determinati e spietati secondo Mikel Arteta, perché le occasioni saranno poche e il margine d’errore molto piccolo. La mia sensazione è che il manager spagnolo si riferisca ai mancati acquisti di Dusan Vlahovic e Mykhailo Mudryk, sfumati dopo lunghe trattative, e usi queste parole come monito, o sprone, affinché il club agisca velocemente sul mercato e non si faccia scippare gli obiettivi di mercato dell’estate – Declan Rice su tutti.
Siamo arrivati al momento decisivo della stagione con la squadra sulle gambe, un paio d’infortuni di troppo e abbiamo dovuto alzare bandiera bianca sul più bello, quindi l’obiettivo è costruire una squadra capace di reggere l’urto fisico e mentale di un’intera stagione a lottare per il titolo, senza dimenticare che la prossima stagione giocheremo anche la Champions League, quindi Mikel Arteta non potrà più permettersi il lusso di mandare in campo formazioni sperimentali – o improprie, se preferite – per far rifiatare i suoi titolari.
È difficile, oggi, immaginare come sarà l’Arsenal del 2023/24 perché con ogni probabilità perderemo Granit Xhaka e magari qualche tassello in più a centrocampo, senza dimenticare ovviamente Rob Holding, il cui tempo all’Arsenal sembra esaurito, e magari anche Emile Smith Rowe, sempre più ai margini della squadra. Ci saranno inoltre da valutare le condizioni di Takehiro Tomiyasu, la situazione contrattuale di William Saliba e la ambizioni di Folarin Balogun, che rientrerà da un prestito eccezionale in Ligue 1.
Insomma, il lavoro per Edu e Mikel Arteta è davvero tanto e la missione molto complessa, perché oltre al desiderio di restare in scia del Manchester City e magari scavalcarlo, c’è la necessità di mantenere lo status guadagnato sul campo quest’anno: la prossima stagione, infatti, il Manchester United non sarà più il cantiere aperto visto quest’anno e il Liverpool tornerà prepotentemente alla carica – mercato e infortuni permettendo.
Insomma, il Manchester City sarà di nuovo l’avversario da battere ma la lotta per i primi quattro posti sarà serratissima, come sempre, e il nostro secondo posto non varrà nulla quando il primo pallone della prossima stagione inizierà a rotolare.
Anche qui Mikel Arteta era stato chiaro: nel calcio non conta quello che hai fatto l’anno scorso o il mese scorso, conta solo quello che fai oggi e che farai domani.
Attendere prego, il sistema si sta riavviando.